Formello, pistola alla tempia dei dipendenti
e parrucche bionde: la “firma” dei rapinatori

Formello, pistola alla tempia dei dipendenti e parrucche bionde: la “firma” dei rapinatori
di Marco De Risi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Ottobre 2013, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 14:25
Emergono nuovi particolari sulla rapina a mano armata alle Poste di Formello durante la quale uno dei banditi ha sparato alla direttrice ferendola ad una gamba. I criminali hanno legato con delle fascette di plastica i polsi dei dipendenti. Per entrare alle Poste hanno adottato una tecnica usata altre volte in altri colpi: hanno preso in ostaggio fuori dai locali il primo dipendente che è arrivato al lavoro.



Gli hanno puntato la pistola alla testa obbligandolo ad aprire la porta d’entrata. Una volta all’interno i criminali hanno aspettato che entrassero gli altri impiegati che sono stati minacciati di morte e legati. Intanto emerge un particolare che può aiutare le indagini sul colpo che sono dirette dai carabinieri. I banditi di Formello erano camuffati con parrucche bionde esattamente come quelli che domenica all’alba hanno assaltato il Bingo di via Siponto, a due passi da piazza Re di Roma, all’Appio.



Anche in questo caso i banditi, oltre ad indossare le parrucche, sono italiani e hanno agito armati di pistola. In via Siponto hanno sequestrato cinque dipendenti del Bingo che hanno rinchiuso in un ripostiglio. I malviventi sono andati a colpo sicuro: sapevano che i dipendenti stavano contando i soldi. Sono fuggiti con 20.000 euro in contanti. Gli ostaggi li hanno descritti come criminali dal sangue freddo e molto determinati. Gli investigatori stanno lavorando sulle analogie delle due rapine. E’ almeno singolare che in entrambe i raid i malviventi abbiano usato le parrucche e si siano mossi come criminali professionisti. I carabinieri, a questo punto, indirizzeranno le indagini nel mondo dei malavitosi romani e sui pregiudicati per rapina. E’ molto probabile, infatti, che gli autori del colpo a Formello possano essere già conosciuti alle forze dell’ordine che, quindi, potrebbero avere sia le foto segnaletiche che le impronte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA