E così Pierluigi Diaco, voce di Rtl e volto tv, anche lei è finito in una buca.
«È successo stamattina (ieri ndr) al Celio con il mio scooter 50, appena uscito di casa alle 5 e 30 del mattino per andare in radio: c'erano due buche già segnate che ho evitato, poi però ce ne erano altre e sono caduto a destra, vicino al marciapiede. Potevo spaccarmi la testa. Per fortuna mi sono solo fatto male a una gamba».
Denuncerà il Campidoglio?
«No, non serve. Non intaso i tribunali. Non mi interessa essere risarcito dal Comune cui pago le tasse. Il discorso è legato alla rassegnazione».
La sua?
«No, quella dei romani. Non c'è mai stata una manifestazione di protesta contro questa che è un'emergenza nazionale. Io tutti i santi giorni, in radio, raccolgo denunce dall'Italia, ma mai quanto Roma: stiamo parlando della Capitale, la Raggi deve avere il coraggio di parlare con il Governo: il Consiglio dei Ministri dei varare un piano speciale, evidentemente la sindaca ha sottovalutato il tema».
I cittadini no, invece. Hanno paura.
«Cadono alberi, si inciampa nelle buche e poi tocca cerchiarle. O pulirsi le strade».
Questione di sopravvivenza.
«Io lo chiamo fallimento. La società civile non può sostituirsi alla politica, descrive i limiti dell'amministrazione. Sono andato a trovare Rino Barillari in ospedale, non è possibile che una persona inciampi sul manto stradale. E poi ci sono gli anziani, i bambini».
Quale la soluzione?
«Serve una grande rete, senza colore politico, che alimenti l'idea di una protesta: associazioni di categoria, terzo settore, cittadini, rappresentanti delle scuole. Tutti insieme per dare un segnale forte che, ad oggi, non c'è mai stato».
Pierluigi Diaco, il giornalista cade in scooter per colpa di una buca: «E' ora di protestare sul serio»
di Michele Galvani
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Venerdì 13 Luglio 2018, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 14:44
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