L'appello della mamma di Elena: «Segnate le buche, noi le tapperemo»

L'appello della mamma di Elena: «Segnate le buche, noi le tapperemo»
di Alesia Marani
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Lunedì 9 Luglio 2018, 09:32
Tracciami e tappami, Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, la giovane motociclista morta a maggio in un incidente sulla via Ostiense costellata di dossi e radici, non si ferma. Anzi, rilancia: «Continuiamo a segnalare le buche e i dissesti sull'asfalto con la vernice spray gialla, anche se poi scolorisce, non importa. Perché non solo le buche le cerchieremo ma poi le tapperemo». L'idea nasce dall'incontro tra Graziella e Cristiano Davoli, dell'associazione Tappami, i volontari che dal 2015 girano con sacchi di catrame per riempire le buche più pericolose. «Ci dobbiamo rivedere per cominciare a parlare concretamente del progetto - racconta mamma Graziella il cui motto è una buca chiusa è una vita salvata - pensiamo di aprire una pagina Facebook in cui fare convogliare tutte le segnalazioni delle buche cerchiate di giallo. Noi segnaliamo, poi loro tappano. È un'altra idea di quelle semplici, a costo quasi zero. Tracciamo e poi tappiamo, noi cittadini che altro dobbiamo fare? Non possiamo stare ad aspettare i vedremo e i faremo della burocrazia e della politica perché intanto altre vite volano via. Poi però dovranno spiegarci perché se lo possiamo fare noi, non possono farlo loro». Ieri la giovane presidente di un'associazione di donne motocicliste ha contattato Graziella. Le ha detto: «Siamo andate in giro, Ostia è piena di cerchi sulle buche e dossi, ma nella strada di Elena non c'è neanche un segno. Credo che nessuno abbia osato, per rispetto a Elena, per rispetto di te. La strada però è molto pericolosa. Lì sono caduti anche altri. Va fatto. Ti veniamo a prendere. Vuoi essere tu a farlo?». Oggi alle 19,30 si vedranno sull'Ostiense con Graziella. «Mi si è gelato il sangue ad ascoltare quelle parole - racconta - sono una donna forte ma non al punto di riuscire a fare questo. Le ho risposto che Elena sarebbe felice se a segnare quei dossi bastardi che le hanno fatto perdere il controllo della moto, quelle buche assassine, fosse proprio lei, un'altra giovane motociclista, un'amica. Io guarderò e porterò un fiore, di più non ce la faccio».

MULTE IMMOTIVATE
Da quando, a fine giugno, Graziella Viviano ha lanciato la sua iniziativa, i cerchi gialli (a volte verdi) sono comparsi uno dopo l'altro sulle strade di Roma: dall'Appio Latino ai Parioli, da Settebagni a Cinecittà. Il tam tam non si ferma. Scrive Cristian sulla sua pagina Fb: «Alla maratona di Atene indosserò una maglia con le strisce gialle per fermare la mattanza», buche cerchiate sono apparse a Latina e anche nel Nord Italia. «Gli italiani sono splendidi, ne ero convinta, tante gocce insieme fannoun mare potente», dice Graziella. Una giovane filmaker, Alessandra, studentessa del Copernico ha condiviso un video su Fb in cui la si vede acquistare la bomboletta spray per 3 euro e andare in strada a segnalare le buche: «Se qualcuno mi vuole multare perché ho imbrattato la strada, sa dove cercarmi». Graziella, però, spiega che non serve sfidare le forze dell'ordine, «perché la motivazione, ossia l'evidenziare un pericolo, annulla un'eventuale multa» e aggiunge: «I vigili, le forze dell'ordine se vedono una vecchietta cerchiare una buca con la vernice, magari per salvare il nipote in motorino, non la ostacolino, piuttosto veglino come angeli perché non corra pericoli. Questa non è una battaglia contro le istituzioni o contro la politica, ma contro la morte».
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