Roma, il Consiglio di Stato salva gli "open bus" a due piani: stop ai ticket per il Centro

Roma, il Consiglio di Stato salva gli "open bus" a due piani: stop ai ticket per il Centro
di Lorenzo De Cicco e Camilla Mozzetti
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Martedì 10 Aprile 2018, 10:21

La piroetta non è nuova, per la giustizia amministrativa. Il Tar dice una cosa, il Consiglio di Stato l'esatto opposto. Uno boccia, l'altro avalla, o viceversa. Nel frattempo, atti e provvedimenti ristagnano nella palude della burocrazia. Stavolta il canovaccio si sviluppa attorno alle tariffe dei pullman turistici, in particolare quelle dei cosiddetti «open bus» cioè i torpedoni a tetto scoperto che sfrecciano nel cuore dell'Urbe. Fino al 2016 non sborsavano un euro per entrare nel centro storico della città e portare i turisti tra i monumenti più noti. Fu l'ex commissario del Campidoglio, Francesco Paolo Tronca, a stabilire per primo, con una delibera, il principio che qualcosa andasse pagato. E così i tecnici della Mobilità, alla fine dell'anno scorso, hanno presentato il conto. Sia per il 2018, che per il biennio precedente, a titolo di arretrati. Gli importi? A un bus «euro 4» sono stati chiesti 2.100 euro l'anno, a un «euro 2», invece, 3.680 euro. Che poi sarebbero 10 euro al giorno. A quel punto, agli impresari del settore è toccato cercare una sponda nella giustizia amministrativa, per evitare o quantomeno limitare il balzello. Il Tar, però, lo scorso 16 febbraio ha rigettato con un decreto l'istanza cautelare presentata da una delle tante società dei bus Gran Turismo. L'impresa lamentava il fatto che agli «open bus» fosse stata applicata la stessa tariffa dei bus turistici convenzionali, quelli che scaricano semplicemente i turisti, senza mostrare ai passeggeri i monumenti della città. A sentire le imprese, le tariffe sarebbero le stesse anche se il servizio è diverso e il Comune sarebbe colpevole di non avere fatto distinzioni. La stessa società ha provato ad appellarsi al Tar una seconda volta. L'esito, però, è stato lo stesso: domanda cautelare respinta, tramite ordinanza, perché le motivazioni dei ricorrenti e i danni calcolati «appaiono recessivi a fronte degli interessi di rilievo pubblico sottesi al provvedimento impugnato».

RIBALTONE
Ma le vie della giustizia amministrativa sono spesso sorprendenti. E così quando, non soddisfatta, la società di Gran Turismo è ricorsa al Consiglio di Stato, ecco il ribaltone: il 5 aprile i giudici di Palazzo Spada hanno sospeso i provvedimenti precedenti in attesa che il Tar si pronunci nel merito. Motivo? È necessario «approfondire» le modalità con cui, si legge nell'ordinanza, «è stato individuato il parametro per la fissazione dell'importo dovuto come canone per il transito nel Centro, come pure la ragionevolezza di tale parametro». Morale? Alcune società di bus Gran Turismo hanno già pagato i canoni altre invece no e continuano a lavorare.

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