Roma, licenziata la “pasionaria” dell'Atac, Micaela Quintavalle: era stata sospesa dopo un'intervista sui bus in fiamme

Roma, licenziata la “pasionaria” dell'Atac, Micaela Quintavalle: era stata sospesa dopo un'intervista sui bus in fiamme
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Martedì 25 Settembre 2018, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 17:00

In lacrime, con un video pubblicato sul suo profilo Facebook, Micaela Quintavalle, la sindacalista dell'Atac finita nell'occhio del ciclone dopo la sua intervista alle Iene sui casi di autobus andati a fuoco a Roma, ha annunciato di aver ricevuto ufficialmente la lettera di licenziamento da parte dell'azienda, dopo 128 giorni di sospensione.


«È appena arrivata la lettera di licenziamento da Atac - dice cercando di trattenere le lacrime -. Comunque nel male si è usciti dal limbo, dall'empasse. In questo modo, dopo 128 giorni di sospensione nei quali non ho potuto lavorare e dove ho potuto vivere grazie alle vostre donazioni, posso riprendere in mano la mia vita. Ovviamente fa male, non ho idea di quello che accadrà adesso. Impugnerò questo licenziamento. Paradossalmente ho sempre amato questa azienda e mi sono sempre mossa a difesa. È tutto assurdo. Oggi sono solo lacrime, domani tornerò acciaio».

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LE REAZIONI
«L'autista dell'Atac Micaela Quintavalle, sindacalista sospesa dall'azienda per aver denunciato alla trasmissione televisiva 'le Ienè gli incendi dei bus causati dalle scarse manutenzioni è stata licenziata. L'editto Casalino varca oggi anche i cancelli di via Prenestina. La vendetta M5S è inesorabile contro chi ha il coraggio di dissentire da scelte sbagliate. Evidentemente fintanto che l'autista manifestava pubblicamente il suo sostegno al M5S era una specie di eroina dei lavoratori, ora che ha osato criticare le condizioni di lavoro nell'azienda capitolina e la scelta del concordato preventivo è stata cacciata. Colpirne una per educarne 100! Questa sembra essere la linea M5S con chi non si adegua».

Così in una nota la consigliera del Pd capitolino Ilaria Piccolo. «Cari grillini i lavoratori si rispettano! -continua- E se hanno delle critiche da fare si ascoltano! Però questo i 5 stelle non lo gradiscono e preferiscono la mano dura contro chi dissente. La natura antidemocratica e censoria dei 5S, come già accaduto per la collega Grancio, oggi si accanisce su un'autista dell'Atac cui va la mia solidarietà», conclude Piccolo.


«La vendetta M5S si abbatte su Micaela Quintavalle con una lettera di licenziamento. Finché gli è servita se la sono tenuta stretta. In campagna elettorale avere una promotrice del movimento all'interno dell'Atac faceva troppo comodo. Ma la sindacalista, la 'pasionarià come la definivano, ha continuato, anche dopo la vittoria del M5S a denunciare le criticità dell'Azienda, le carenze strutturali, la mancanza di sicurezza per gli autisti, ed è arrivata prima la sospensione dal servizio e oggi il licenziamento. Chi parla paga, qualcuno potrebbe dire, ma non è proprio così», aggiunge in una nota il capogruppo del Pd Antongiulio Pelonzi.

«Recentemente -prosegue- il più importante portavoce governativo, Rocco Casalino, ha aperto bocca per minacciare tecnici e funzionari pubblici. Per ore è stata attesa la reazione di quello che sulla carta è il Presidente del Consiglio, a conferma di quanto esternato dal suo collaboratore o di licenziamento immediato. Invece nell'era della 'peggiocrazià, che sta vivendo il nostro paese, accade che si smentisce lui stesso e nel contempo conferma la fiducia a Casalino, con le solite dichiarazioni ondivaghe di Conte che dicono e non dicono».

«Fatto sta che Casalino è ancora lì con i suoi 170 mila euro, l'anno di stipendio per non fare bene il suo lavoro -conclude Pelonzi- e una povera autista dell'Atac che neanche arrivava a 1500 euro al mese si ritrova disoccupata.

Ci verrebbe da dire: tranquilla che tanto adesso Di Maio ti dà il reddito di cittadinanza. Ma il licenziamento da un posto di lavoro come quello di una Azienda pubblica non è uno scherzo ed per questo che esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla Sig.ra Quintavalle».
 

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