Mafia Capitale, il doppio stipendio ai politici: «E lo Stato ci rimborsa pure»

Mafia Capitale, il doppio stipendio ai politici: «E lo Stato ci rimborsa pure»
di Claudia Guasco
4 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Giugno 2015, 05:47 - Ultimo aggiornamento: 08:33
Come si fidelizza un politico, secondo la scala morale di Mafia Capitale? Con i soldi o con posti di lavoro. L'organizzazione di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati può fornire gli uni e gli altri, ottenendo molto con poco: una rete di potere consolidata e consiglieri fedeli nei ruoli chiave della pubblica amministrazione in cambio di un contratto da co.co.pro. Il 2 dicembre 2014 vengono perquisiti gli uffici di Buzzi in via Pomona e tra le carte spuntano cifre e nomi. Sono i consiglieri che ha già sistemato, o si apprezza a piazzare, in una delle cooperative del suo Gruppo 29 giugno. «Da ciò emerge - si legge nell'informativa del Ros - che erano di fatto iniziate le assunzioni richieste da Luca Gramazio e Giovanni Quarzo», rispettivamente capogruppo Pdl in Campidoglio e presidente della Commissione Trasparenza.

«ANGELO E LUCA STIANO SERENI»

L'elenco comprende dodici persone, per un esborso complessivo a carico delle cooperative di 247.061,82 euro. Tutte regolarizzate con un contratto di un anno che va dal minimo netto mensile di 839,25 euro percepito da Alessia Petrucci (consigliere di Valmontone) e Stefano Aloisi (eletto in Campidoglio), al massimo di 1.775,95 euro di Cristiano Rasi (X Municipio). Andrea Volpi, altro consigliere, incassa un assegno mensile di 1.578 euro dalla Cosma, Alessandro Petrini (un seggio a Tivoli), Andrea Liburdi (II Municipio) e Antonio Aumenta (XII Municipio) 1.250,17 euro a testa. Stessa remunerazione di 1.007,57 euro per Matteo Guidoni, consigliere con deleghe allo Sport, Salute e Politiche sociali, per Paolo Rendina (presidente di FI alla Magliana, nessun incarico pubblico), Paride Alampi (XVI Municipio), Andrea Liburdi (II Municipio) ed Emanuele Cagiola, neoeletto capo della Commissione bilancio a Ladispoli. Il 30 ottobre 2014 Fabrizio Testa, collegamento tra Carminati e i politici, chiama Gramazio in partenza per la maratona di New York: «Ti volevo solo avvertire che tutti chiamati, tutto bene, tutto apposto». Gramazio esulta: «Viva il Duce!». Gli spiega Testa: «So che domani vedi Scozzafava (capo dipartimento dei Servizi sociali e sanitari) «che io ho tranquillizzato in questi due giorni, è tutto a posto». Il capogruppo del Pdl in Campidoglio è d'accordo: «Deve sta' sereno perché le cose...già glielo hanno detto, tutto bene, non ci deve rompere il c...o, di aspettare». In effetti, dall'entusiasmo di Aumenta si evince che l'operazione va a buon fine: «La settimana prossima mi chiamano per andare giù. Sei grande!», dice a Testa. Il quale insiste: «Tu tranquillizza Luca».



STIPENDIO PIU' GETTONE

Ma chi ci guadagna e chi ci perde in questa girandola di assunzioni? I vantaggi sono immediati per i politici, che incassano lo stipendio e gettone di presenza, e in prospettiva per Buzzi e Carminati, che riscuoteranno il favore al momento del bisogno. Gli oneri sono a carico del Comune, quindi dei cittadini che pagano le tasse. Ai consiglieri infatti la legge concede il diritto di assentarsi dal luogo di lavoro per l'intera giornata quando partecipano alle assemblee comunali, l'azienda paga loro lo stipendio per intero e il Comune rimborsa alla società le ore perse. Contemporaneamente gli eletti, quando partecipano alle attività consiliari, ricevono un gettone di presenza che a Roma è di 129,31 euro lordi a seduta, con un tetto mensile - raggiunto quasi sempre - di 2.440,00 euro lordi per dieci mensilità annuali. Il meccanismo è ben oliato, Buzzi coglie l'alto potenziale corruttivo e ne approfitta distribuendo contratti, salvo poi lamentarsi con Testa per le spese. Il socio, avvezzo al sottobosco politico, lo rassicura: si tratta di una manovra di Gramazio per aggiudicarsi alle prossime elezioni un numero maggiore di preferenze. «Deve sistemare tutto il Consiglio Municipio, tutti i suoi consiglieri perché lui giustamente dice: ”Io tra un anno vado a votare con le preferenze...se c'ho tutti a...me lavorano più sereni...allora mi metto questi qua e gli do lo stipendio».



I COSTI LIEVITANO

Quanto però l'organizzazione criminale deve tirare le somme, si accorge che lo stanziamento per Gramazio e il suo ”capitale umano” è rilevante. I costi lievitano, tant'è che il 12 novembre 2014 Carminati, Buzzi, il suo ragioniere Paolo Di Ninno e Testa si riuniscono per discutere la questione. «Certo è vantaggiosa questa cosa qua, però...», riflette Carminati. Però i conti sono sballati. «A parte che c'è una questione di lordo e il costo aziendale è più alto, mediamente un 20%. Ma il problema, Frabrizio, è che prima che arrivi il rimborso ci vuole un sacco di tempo», sottolinea Buzzi.

Perché «a Coratti gli abbiamo preso uno, un consigliere municipale...ancora non abbiamo visto una lira». Mentre la cifra a carico delle coop è aumentata a 542 mila euro. «Come paghiamo? Come risolviamo?», chiede Carminati. «Si porta l'elenco a Luca e si verifica quelli necessari e quelli non necessari», consiglia Buzzi. Che nel frattempo pensa di tappare la falla grazie ai soldi delle delibere fuori bilancio del Campidoglio. «Dove c...o li ho infilati quelli del debito fuori bilancio?», sbotta spazientito. Di fronte a un Carminati che mantiene il sangue freddo: «L'unica cosa...dobbiamo aspettare che lui (Gramazio) sta ancora lì in corsa».