Gioielliere ucciso a Roma, il Pg chiede l'ergastolo per il romeno assolto in primo grado

Francesco Lenzi
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 09:29

Ribaltare la sentenza assolutoria pronunciata in primo grado e condannare all'ergastolo Robert Georgian Nicolau, il romeno accusato di essere uno dei componenti il gruppo che nel novembre 2008, nel corso di una rapina, uccise nella sua abitazione all'Axa il gioielliere romano Francesco Lenzi. È la richiesta fatta oggi dal Pg Antonio Sensale nel processo d'appello al romeno; a metà mese, i giudici della I Corte d'assise d'appello, presieduti da Barbara Callari, si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza.

 

Quello a Nicolau è il quarto processo nato per la valutazione della vicenda che portò alla morte Lenzi. Era il 25 novembre 2008 quando i carabinieri intervennero dopo la segnalazione di un ferito in una villetta alla periferia della capitale. Secondo la ricostruzione, alcune persone erano giunte nell'abitazione del gioielliere, avevano bussato alla porta, e, una volta fatti entrare dalla domestica, avevano aggredito l'uomo. Poi erano fuggiti, dopo aver preso gioielli conservati in casa (per un valore superiore ai due milioni di euro). Lenzi fu trovato senza vestiti, il corpo in terra con polsi e caviglie legati con scotch; immobilizzato con un apparecchio che emetteva scariche elettriche, era stato colpito ripetutamente alla testa.

Quattro i processi che per questi fatti sono stati istruiti, complessivamente nei confronti di 8 romeni. Per alcuni di loro il giudizio è definitivo, con la condanna all'ergastolo per Iulian Dumitrascu, a 6 anni (solo per rapina) per Adriana Constantin, a 24 anni per Florentin Ionel Gavrilescu, a 16 anni e otto mesi per Valentin Constantin, a 18 anni per Ion Radu Iancu, a 15 anni per la colf Laura Adriana Covalschi; è stato assolto invece Marin Marian Relu. Resta ancora pendente la posizione di Nicolau, per il quale oggi la pubblica accusa ha chiesto di ribaltare la sentenza assolutoria, e pronunciare una sentenza di riconoscimento di responsabilità piena dell'imputato, con la sua condanna all'ergastolo.

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