Ostia Lungomare, sequestrato il cantiere del chiosco il Curvone per irregolarità

Ostia Lungomare, sequestrato il cantiere del chiosco il Curvone per irregolarità
di Mara Azzarelli
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Martedì 31 Dicembre 2013, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 18:59
Un chiosco sequestrato sulla spiaggia di Ostia. E’ successo ieri nel tratto di arenile davanti a piazzale Magellano.

Era quasi mezzogiorno quando gli agenti della polizia giudiziaria del reparto urbanistica della polizia di Roma Capitale sono arrivati con le divise a pochi metri dal mare ponendo i sigilli al centralissimo chiosco oggetto di alcuni lavori di ampliamento nel tratto di arenile libero e attrezzato. «Abbiamo riscontrato delle difformità rispetto alla Denuncia di inizio attività sia per quel che riguarda i materiali impiegati sia per le dimensioni del chiosco stesso» chiariscono gli uomini agli ordini del comandante Angelo Moretti. E’ stato proprio il comandante ieri, dopo alcuni controlli, a dare l’ok definitivo al provvedimento su cui la polizia giudiziaria di via Capo delle Armi stava lavoravano da diversi giorni. «Le difformità - aggiungono i vigili - sono importanti ma sarà il giudice a decidere sia eventuali sanzioni che le modalità per il ripristino dei luoghi». I lavori dunque erano autorizzati, sono anzi descritti in un progetto illustrato su una delle facciate del chiosco. Quello che contestano i vigili sono oltre ad alcuni materiali usati anche le dimensioni: «Il chiosco è troppo grande rispetto alla Dia» dicono. Sui sigilli apposti dai vigili si fa riferimento sia al Testo unico sull’edilizia (art 35 Dpr 380/01) che al Codice della navigazione (art 1161) che disciplinano la materia. La parola adesso passa all’autorità giudiziaria.



«Un plauso ai vigili - è il commento di Giuseppe Sesa, capogruppo del Pd nel X municipio, appena appresa la notizia del sequestro di piazzale Magellano - che ci stanno aiutando a dare il senso del cambiamento su questo territorio monitorando gli spazi pubblici».
A prescindere dal singolo episodio a Ostia le battaglie contro le strutture che dal lungomare impediscono la visuale vanno avanti da anni. Prima erano quasi prerogativa degli ambientalisti ora anche gli imprenditori sembrano averle abbracciate con convinzione. «Noi siamo a favore delle demolizioni - aveva detto alcuni giorni fa anche Renato Papagni, presidente dell’Assobalneari Lido di Roma - Anzi invitiamo il Comune di Roma a farle come da impegni presi. Siamo i primi a capire che il modo di concepire la spiaggia è cambiato e che le persone si aspettano cose nuove». Lo stesso Papagni aveva parlato di un’alternativa ai muri fatta di piccoli bungalow più gradevoli all’aspetto e utili per migliorare la ricezione alberghiera del litorale romano. «Piccole strutture - spiega - per trascorrere due o tre notti a pochi passi dal mare e in una città che a quel punto sì offrirebbe un’alternativa vicino al mare per i turisti che ospiti della capitale altrimenti continuerebbero a trascorrere qui a malapena una giornata scarsa». Rimane da capire ora quando il Campidoglio procederà alle demolizioni più volte descritte come "ncessarie" anche dal sindaco Ignazio Marino.
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