Sirene, elefanti e yogi a Fiumicino: mostra spontanea dona bellezza e dignità all'arenile abbandonato

Sirene, elefanti e yogi a Fiumicino: mostra spontanea dona bellezza e dignità all'arenile abbandonato
di Marina Brudaglio
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Lunedì 15 Maggio 2017, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 16:00

Scultura, scogliera, uomo, sabbia, mosaico, poesia, pietre e macchia mediterranea, tutti spontaneamente co-protagonisti di un'esposizione contemporanea decisamente inconsueta sotto il cielo di Fiumicino, storytelling di resilienza vera che all'oblio di un ampio tratto di spiaggia e di territorio in stato di incuria permanente, reagisce esprimendosi con la bellezza dell'arte e della natura.
 

 



Lungomare della Salute, direzione vecchio Faro, laddove, neanche a farlo a posta, lo stabilimento di nome "Zenith" sancisce il punto culminante dell'area balneare praticabile, da lì, diviso da una rete, si estende un lunghissimo tratto di spiaggia deturpato e sotto sequestro da anni in seguito alle vicende giudiziarie del porto mai realizzato. Da giorni personaggi bizzarri hanno preso ad abitare questo lembo di litorale incastonati fra gli scogli: sculture figurative e sperimentali realizzate in cemento armato oggi al centro di un fermento creativo cui l'ambiente naturale risponde ed interagisce: “La Sirena” giace adagiata lungo la scogliera a ridosso della sabbia, ha due orecchini di conchiglia e un volto sbilenco che fa pensare alle sculture di Niki de Saint Phalle.

Come lei, al riparo dal vento, lo “Yogi” senza tempo è immerso in meditazione mentre “L’Elefante” seduto sugli scogli volge lo sguardo all'orizzonte con la proboscide all'insù. Sono in attesa del tramonto sul mare invece, le due creature strette in un abbraccio che solo vento e salsedine potranno scalfire. E mentre la scogliera si popola di questi figli delle rocce che sembrano dotati di quella stessa forza della natura quando sfonda l'asfalto in città, prendono forma, lungo la spiaggia giardino, neonate installazioni in pietre, ciottoli e materiali recuperati in loco.

Le opere, le composizioni, i materiali e l'energia interagiscono con la natura in un dialogo partecipato e rispettoso al cospetto di una flora anch’essa risvegliatasi con le tipiche piante e i fiori della Macchia Mediterranea e di una nuova duna di sabbia creatasi naturalmente a risanare vecchie ferite: "E' come se la natura approvasse, se fosse sulla stessa linea d'intenti e di difesa di quanto ci circonda - racconta l'autore delle prime statue, giovane residente di Fiumicino che ha iniziato a manipolare la materia semplicemente con la voglia di esprimere se stesso nel modo che lo aggrada. Voglia di manifestarsi, essere presenza viva nel proprio territorio - Tutto ha avuto inizio con una Tamerice, arbusto costiero spontaneo che ha ripreso a proliferare di nuovo anche qui - continua - anche questa è presenza. Le mie statue hanno subito danneggiamenti più volte da parte di qualche ignoto, ma... anche questo è indice di presenza".

Tale movimento è stato intercettato da altre sensibilità artistiche che stanno arricchendo l'ambiente col proprio estro e così sul suolo “nasce” un grande mosaico, la Rosa dei Venti, sulle cui punte sono scritte poesie. E mentre la collettiva è aperta a nuovi contributi, il vicinato non resta indifferente all'happening del paesaggio, molti abitanti hanno portato piante, riconoscimenti e manifestazioni di consenso sincero per il ritorno della bellezza in un'area ad essa interdetta da tempo, baciata da alcuni dei tramonti più intensi del litorale laziale.

Così a pochi giorni dall'inizio delle attività balneari, con la medicina dell'arte e della cura l'ultimo lembo di questa spiaggia resiliente sembra tornare informalmente agli abitanti di Fiumicino di chiunque ha voglia di stupirsi.
Chissà che un'iniziativa spontanea nata nel segno della rinascita nonostante tutto, possa diventare un giorno una vera e propria "Oasi degli artisti", così la definisce lo "scrivano" autore dei versi trascritti su ciottoli che giacciono sul suolo.

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