Roma, cane ucciso e gettato nel cassonetto: caccia al padrone clochard

Roma, cane ucciso e gettato nel cassonetto: caccia al padrone clochard
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 11 Gennaio 2016, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 13:13


Una morte disumana. Picchiato, ucciso e infine gettato in un cassonetto dell'immondizia come fosse un banale rifiuto. Finisce così la storia del piccolo cucciolo che era diventato la mascotte del Parco della Pace in via di Grottarossa, nella periferia nord. Vivace e pieno di allegria - come soltanto i cani di pochi mesi riescono a essere - quell'animale aveva fatto breccia nel cuore di tanti: molte famiglie l'avrebbero voluto adottare, ma il tempo non è bastato. Il cucciolo, di appena tre mesi, è stato ucciso da ignoti e gettato, poi, in un cassonetto dell'immondizia. Il corpo dell'animale, ormai senza vita, è stato rinvenuto da alcuni residenti del quartiere lo scorso 4 gennaio e in un attimo il ritrovamento ha fatto il giro dei social network a suon di foto che ne denunciavano la violenza e il macabro abbandono. Tanti i commenti postati dai residenti, pieni di rabbia e indignazione. A occuparsi dell'animale, togliendolo dal cassonetto, una residente del quartiere: Maria Tarabbo, veterinaria. Da una prima visita, l'animale avrebbe subito una morte violenta. Aveva, infatti, diverse fratture sia al cranio sia alla mandibola: qualcuno insomma lo ha ucciso.
 
IL SOPRALLUOGO
Lo scorso 7 gennaio, alcuni residenti, hanno sporto denuncia contro ignoti e sul caso sono intervenute anche le guardie zoofile che hanno compiuto anche un sopralluogo nel parco, rinvenendo l'insediamento abusivo in via Veintana dove presumibilmente l'animale viveva insieme al suo proprietario, un uomo senza fissa dimora che né le autorità né i residenti sono riusciti finora a rintracciare. Allegro e giocherellone, per il piccolo cane era partita anche una campagna solidale. Per diverse settimane sulla pagina Facebook "Sei della Cassia se", infatti, si sono rincorse numerose foto, che ritraevano l'animale ancora in vita proprio nel parco di Grottarossa, con la speranza di fargli trovare una famiglia. Una vera e propria staffetta di solidarietà che, purtroppo, non ha avuto il tempo di segnare il traguardo.