Roma, l'ascensore è rotto: Anna sulla carrozzina prigioniera in classe

Anna con sua madre Nunzia
di Veronica Cursi
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Giovedì 28 Novembre 2013, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 15:22

Anna non ha mai fatto ricreazione in cortile, neppure con il bel tempo, quando tutti gli altri bimbi andavano a giocare in giardino, lei no. E' sempre dovuta rimanere in classe. Prigioniera della sua disabilit. E di un'assurda burocrazia. Anna ha 4 anni ed è affetta da paralisi cerebrale discinetica, una sindrome che le comporta disturbi nei movimenti e la costringe a una vita in carrozzina. Nella sua scuola - la materna Il Gelsomino a San Paolo - non esiste un montascale, uno scivolo, un ascensore. O meglio un ascensore c'è. Ed è anche nuovo di zecca. Solo che da due anni, da quando cioè l'hanno installato, ancora non è stato collaudato.

Così ogni giorno, da quando è cominciata la scuola, Anna deve rinunciare a partecipare ai laboratori di musica, a stare con i suoi compagni in palestra, a fare ricreazione in giardino. A meno che qualche insegnante allenato e di buona volontà la trasporti in braccio. Perché quelle scale, che collegano il pianterreno con il piano inferiore, per lei sono un ostacolo troppo difficile da superare. Quelle scale - come se servisse - le ricordano ogni giorno la sua diversità.

«E' una vergogna - si sfoga la mamma Nunzia Inchingoli - dal primo giorno di scuola mia figlia è costretta a rimanere prigioniera in classe. E non per un grave guasto. Ma perché ci sono problemi burocratici. Il 6 novembre ho presentato un esposto all'VIII gruppo dei vigili richiedendo un intervento. Sono passati più di venti giorni da allora e non si è mosso nulla». Il problema è stato anche al centro di un'interrogazione presentata il 21 novembre al presidente dell'VIII Andrea Catarci. Ma niente. L'ascensore è ancora lì. “Imballato” nel cellophane.

Ma dal Municipio promettono: «Entro Natale entrerà regolarmente in funzione». «Ci sono stati due diversi fattori che hanno rallentato il collaudo - spiega il presidente Catarci precisando che in realtà, considerati i normali tempi tecnici, il ritardo vero è proprio è “solo” di sei mesi - Inizialmente infatti c'è stato un problema di staticità, a cui solo dopo si è aggiunto un problema economico. Di solito i collaudi vengono fatti con rimborsi a fattura: la ditta paga e poi viene rimborsata dal Comune, ma negli ultimi anni vista l'emergenza delle casse capitoline le ditte sono sempre state rimborsate in ritardo e oggi molte si rifiutano di anticipare i soldi. Per questo stiamo cambiando le modalità di aggiudicazione degli appalti: in futuro chi si aggiudicherà la gara dovrà anche fare i collaudi. Perchè cose del genere non accadano più». Perché a pagare adesso è solo Anna.