Roma, Angelo Mai, a giudizio 22 persone: possesso abusivo di un centro culturale e una clinica

Roma, Angelo Mai, a giudizio 22 persone: possesso abusivo di un centro culturale e una clinica
di Adelaide Pierucci
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Sabato 21 Novembre 2015, 01:41 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 09:07

Non un gruppo di benefattori impegnati a dare un tetto a chi non ce l'ha. Ma un'associazione a delinquere organizzata allo scopo di compiere occupazioni abusive di immobili e quindi estorsioni ai bisognosi collocati. Il gip Anna Maria Fattori ieri ha disposto il rinvio a giudizio per i ventidue indagati coinvolti nell'inchiesta sulle occupazioni, a partire dalla leader storica del «Comitato di lotta per la casa» Maria Giuseppa Vitale, 58 anni, nota come Pina. Il processo si aprirà a marzo davanti alla settima sezione penale.

Così come ricostruito dal pm Luca Tescaroli, 14 dei 22 indagati dovranno rispondere proprio di associazione a delinquere «per aver pianificato ed attuato l'occupazione» di uno stabile in via Terme di Caracalla trasformato nel centro sociale Angelo Mai, dell'ex scuola Amerigo Vespucci e dell'ex clinica San Giorgio.

Un'accusa pesante a cui vanno aggiunte le contestazioni di furto di risorse energetiche (elettricità, gas e acqua), di estorsione, violenza privata, ingiuria, e minacce. Secondo la procura infatti i rappresentanti del Comitato avevano messo in piedi un'associazione che, con la scusa di trovare un alloggio per i bisognosi, «li costringeva a occupare gli edifici, per poi estorcergli denaro e prestazioni lavorative gratuite, sotto minacce, ingiurie e violenze». In particolare «la Vitale partecipava a tutte le invasioni di edifici, assumendo il ruolo di leader e rivendicando il ruolo di "proprietaria" degli stabili».

Per chiedere poi soldi alle «famiglie che collocava negli stabili» con «minacce e violenze» allontanando «chi non ottemperava alle imposizioni». Facendo inoltre «leva su legami con esponenti delle istituzioni per acuire la forza delle intimidazioni esercitate».

LE ACCUSE Uno dei motivi per cui l'inchiesta sulle occupazioni abusive si intreccia con «Mafia Capitale». Indagando sugli appalti «truccati» vinti dalle Coop che fanno riferimento a Salvatore Buzzi e, indirettamente, a Massimo Carminati, i magistrati della procura di Roma si sono imbattuti anche col «Comitato popolare di lotta per la casa».

Le intercettazioni si sovrappongono. Il 14 marzo 2014 il gup dispone il sequestro dei tre immobili occupati abusivamente: l'ex sede distaccata dell'istituto tecnico Hertz in via Tuscolana 1113, l'ex scuola Vespucci di via delle Acacie e dell'Angelo Mai. Il 20 marzo il vicesindaco Luigi Nieri chiama Giorgina Pilozzi, dell'associazione Probabis (che gestiva l'Angelo Mai ed è ora a giudizio). Le dà delle spiegazioni: «Dobbiamo fare un incontro io e la segreteria del sindaco con l'Avvocatura per capire come procediamo con il passaggio, soprattutto per quanto riguarda la vicenda dell'Angelo Mai. Perché ieri sera abbiamo fatto questo passaggio forzando la mano».

BUZZI Il 26 marzo il sindaco Ignazio Marino presenta al pm Luca Tescaroli un'istanza di dissequestro dei tre immobili, allegando le note di Nieri e l'assessore alla casa Daniele Ozzimo (indagato per Mafia Capitale). L'8 aprile l'Amministrazione trova una sistemazione per gli occupanti: il Consorzio Eriches 29 di Buzzi. Per il sindaco, l'Angelo Mai era un polo culturale. Ora il processo.