Vespe orientalis Roma, una donna punta sul bus in Prati: «Paralizzata per giorni»

L’insetto simile a un calabrone è velenoso e aggressivo, attirato in Centro dalla spazzatura. I residenti chiedono una maggiore pulizia delle strade

Vespe orientalis Roma, una donna punta sul bus in Prati: «Paralizzata per giorni»
di Giampiero Valenza
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Settembre 2023, 23:54

La scena è tipica e si ripete: la famiglia torna dalle ferie e tira su l’avvolgibile. A quel punto sveglia uno sciame di vespe che percepisce di essere in pericolo e attacca il malcapitato reo di aver voluto riportare un po’ di luce in casa. Anche a Prati è allarme per i nidi di vespa orientalis, l’insetto simile al calabrone particolarmente velenoso e aggressivo. Qualche giorno fa a Lunghezza il ritrovamento da record: 700 vespe in un solo nido. «Ma è nel Centro storico di Roma che c’è una presenza massiccia: tra Prati e via del Corso la situazione è critica», spiega Andrea Lunerti, esperto che viene chiamato per rimuovere i nidi in tutta sicurezza. «L’infestazione è partita un anno fa da Monteverde, dove ho identificato il nido per la prima volta - aggiunge - Poi gli insetti si sono diffusi un po’ dappertutto». 

Vespa orientalis, crescita prevedibile

Secondo Lunerti, la crescita dei ritrovamenti nella Capitale era prevedibile. «Questo imenottero è attratto dai rifiuti a cielo aperto - prosegue - Avevo avvisato che la situazione di Roma, con l’immondizia lungo le strade, le avrebbe attratte in modo particolare».

Nella mappa degli interventi fatti da Lunerti nell’ultimo anno, ci sono l’Eur, Piramide, Roma Est, Magliana, Boccea, oltre al Centro storico e a Prati. Qui i cittadini chiedono un intervento da parte dell’amministrazione, per provvedere oltre che con una mappatura, anche con i controlli nei palazzi storici. «Il Giubileo è alle porte, queste strade sono solcate da migliaia di turisti ogni giorno - spiega Antonietta Nei, presa a fare spese in via Cola di Rienzo - qui a Prati ho sentito molti casi di nidi di vespe pericolose. Servirebbe una disinfestazione generale, o quantomeno fare in modo che appena se ne trova una si interviene in modo istituzionale. Il rischio che possano esserci nuovi ritrovamenti qui è continuo».

 

A fine agosto Lunerti era già intervenuto a Prati in un appartamento a pochissimi passi dal colonnato di San Pietro. Ginevra è una bimba di 15 mesi e il papà Leo era preoccupato per lei perché vedeva uno strano viavai di vespe dal tubo di scarico della caldaia. Lì gli esemplari ritrovati erano almeno 400: stavano allevando le nuove regine che avrebbero colonizzato la Capitale nella primavera del 2024. Lunerti cerca di intervenire, su chiamata, caso per caso: vestito l’abito tipico degli apicoltori, cerca di rimuovere il nido per evitare che possano dare fastidio a chi abita nelle abitazioni. Ma si tratta di operazioni che portano via diverse ore. Finora, lui da solo nell’arco di un anno ne è riuscito a fare circa quaranta. «Ci sono persone che non possono più uscire neanche sul balcone - racconta - Il mio non è allarmismo, ma la presa d’atto che qui le vespe orientalis hanno trovato l’Eden, con rifiuti e gran quantità di materiale organico che permette loro di proliferare». 

Come fare

Il rientro in città dalle ferie estive, secondo l’esperto, può portare le vespe a percepire come un pericolo il semplice gesto dell’apertura di una finestra. «Quando si torna a casa e si tira su una serranda è fondamentale tirarle su con attenzione, lentamente, e soprattutto con le finestre chiuse. Nel vano dell’avvolgibile potrebbe esserci infatti un nido di vespe pronte ad aggredire», suggerisce Andrea Lunerti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA