La scena è tipica e si ripete: la famiglia torna dalle ferie e tira su l’avvolgibile. A quel punto sveglia uno sciame di vespe che percepisce di essere in pericolo e attacca il malcapitato reo di aver voluto riportare un po’ di luce in casa. Anche a Prati è allarme per i nidi di vespa orientalis, l’insetto simile al calabrone particolarmente velenoso e aggressivo. Qualche giorno fa a Lunghezza il ritrovamento da record: 700 vespe in un solo nido. «Ma è nel Centro storico di Roma che c’è una presenza massiccia: tra Prati e via del Corso la situazione è critica», spiega Andrea Lunerti, esperto che viene chiamato per rimuovere i nidi in tutta sicurezza. «L’infestazione è partita un anno fa da Monteverde, dove ho identificato il nido per la prima volta - aggiunge - Poi gli insetti si sono diffusi un po’ dappertutto».
Vespa orientalis, crescita prevedibile
Secondo Lunerti, la crescita dei ritrovamenti nella Capitale era prevedibile. «Questo imenottero è attratto dai rifiuti a cielo aperto - prosegue - Avevo avvisato che la situazione di Roma, con l’immondizia lungo le strade, le avrebbe attratte in modo particolare».
A fine agosto Lunerti era già intervenuto a Prati in un appartamento a pochissimi passi dal colonnato di San Pietro. Ginevra è una bimba di 15 mesi e il papà Leo era preoccupato per lei perché vedeva uno strano viavai di vespe dal tubo di scarico della caldaia. Lì gli esemplari ritrovati erano almeno 400: stavano allevando le nuove regine che avrebbero colonizzato la Capitale nella primavera del 2024. Lunerti cerca di intervenire, su chiamata, caso per caso: vestito l’abito tipico degli apicoltori, cerca di rimuovere il nido per evitare che possano dare fastidio a chi abita nelle abitazioni. Ma si tratta di operazioni che portano via diverse ore. Finora, lui da solo nell’arco di un anno ne è riuscito a fare circa quaranta. «Ci sono persone che non possono più uscire neanche sul balcone - racconta - Il mio non è allarmismo, ma la presa d’atto che qui le vespe orientalis hanno trovato l’Eden, con rifiuti e gran quantità di materiale organico che permette loro di proliferare».
Come fare
Il rientro in città dalle ferie estive, secondo l’esperto, può portare le vespe a percepire come un pericolo il semplice gesto dell’apertura di una finestra. «Quando si torna a casa e si tira su una serranda è fondamentale tirarle su con attenzione, lentamente, e soprattutto con le finestre chiuse. Nel vano dell’avvolgibile potrebbe esserci infatti un nido di vespe pronte ad aggredire», suggerisce Andrea Lunerti.