Nelle ultime settimane, le segnalazioni sono numerose e si ripetono. La Vespa Orientalis pare essersi impadronita della Capitale: nei comignoli e nelle intercapedini di abitazioni, ville e appartamenti anche sul litorale romano. La loro aggressività è divenuta una vera e propria emergenza da contrastare nell’immediato per evitare una nuova diffusione nella primavera 2024. L’ennesimo nido è stato scovato, nella giornata di sabato, al terzo piano di una casa nel centro storico di Roma, a poche centinaia di metri dal Pantheon. Gli imenotteri avevano nidificato sotto a un cornicione medievale: 800 individui all’apice della loro crescita pronti per allevare le larve e le Regine che sfarfalleranno alla fine del mese di ottobre. «Il numero di questi insetti cresce in modo esponenziale a causa di una cattiva gestione dei rifiuti nella città», spiega al Messaggero l’etologo Andrea Lunerti.
Emergenza Vespa Orientalis a Roma ( ed altre città italiane)
Dalla Cassia, all’Eur, a Piazza San Pietro, ma senza risparmiare altre regioni Italiane: la Vespa Orientalis sta lentamente avanzando ed è già arrivata in Sicilia, Campania, Liguria e Toscana.
Dai rifiuti lungo le strade, ai cassonetti stracolmi di spazzatura fino ai semplici sacchetti lasciati sui marciapiedi: gli imenotteri sono davvero diventati molto più irruenti nella difesa del cibo e non prediligono più i nascondigli naturali, ma antropizzati. A Civitavecchia, lo scorso sabato, i Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire, a casa della signora Angela, ed hanno rimosso un nido di vespa Vasaio all'interno dele celetto. La situazione sembrava tuttavia risolta, ma il mattino dopo, l’andirivieni di insetti ha messo nuovamente in allarme la proprietaria che ha deciso di chieder l’intervento di un esperto.
«Quando siamo arrivati sul posto - aggiunge Lunerti - abbiamo visto un altro nido ( ancora una volta di Orientalis) che era riuscito a farsi strada all’interno dell’intercapedine e nemmeno il supporto della zanzariera aveva allontanato le vespe dall'abitazione». Circa 700 gli individui neutralizzati mentre i favi e nidi sono stati rimossi. «Insetti che arrivano dal Sud, dalle città portuali e che si stanno espandendo a causa - anche - delle calde temperature. È importante - conclude l’etologo Lunerti - segnalare tempestivamente ( soprattutto nei prossimi 15 giorni) la presenza di nidi al fine di evitare l’estendersi di nuove colonie nel corso del prossimo anno».
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