Il tram di via Nazionale, parla l'esperto: «Sbagliato, meglio i bus. ​Manca il parere sul progetto»

Il professor D’Andrea, docente di Ingegneria alla Sapienza, contro la Termini-Vaticano-Aurelio

Il tram di Via Nazionale, parla l'esperto: «Sbagliato, meglio i bus. Manca il parere sul progetto»
di Fernando M. Magliaro
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 00:11

«Per un’opera di questo tipo di solito viene chiesto il parere al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, di cui faccio parte, per una valutazione sia del progetto che su costi e benefici. In questo caso non è stato richiesto, quindi la mia conoscenza è limitata a quanto è emerso come di pubblico dominio». Antonio D’Andrea è professore di Ingegneria Civile alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza, di cui è stato preside per tre anni fino al 2022, e dal 2013, è un autorevole membro sia del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici sia del Comitato tecnico permanente per la sicurezza dei sistemi di trasporto a impianti fissi. E non risparmia di certo critiche al progetto del Comune, spinto dalla lobby filotranviaria tanto cara a una certa sinistra e ai finti ambientalisti, di realizzare una nuova linea tranviaria fra Termini (palazzo Massimo), il Vaticano (piazza Risorgimento) e l’Aurelio (piazza Giureconsulti), la Tva.

LE ALTERNATIVE

Spiega il professor D’Andrea: «Uno dei vantaggi principali che vengono evidenziati è l’eliminazione dei bus ma occorrerà vedere se e quali e quanti mezzi possono essere effettivamente soppressi.

A oggi appare una sostituzione del 64, la linea del Vaticano, per la quale potrebbero esserci soluzioni più rapidamente attuabili come i filobus o i bus elettrici». Non mancano altri appunti al progetto: «Le rotaie non sono in sede propria, quindi interferiscono con gli incroci con un abbassamento della velocità commerciale e dell’attrattività del tram - aggiunge - Con i mezzi elettrici su gomma i problemi di inquinamento e rumore potrebbero essere affrontati in modo altrettanto efficace evitando gli svantaggi connaturati alla linea fisicamente vincolata, da alcuni molto sottolineati (eventuali impedimenti all’accesso al pronto soccorso, alle fermate per sbarco/imbarco passeggeri agli hotel, carico/scarico delle merci, raccolta rifiuti)». 

LE CRITICITÀ E I NO

La lista di chi ha argomentato la propria contrarietà alla linea Tva è lunga: l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, l’ex comandante dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, l’ex comandante dei vigili del fuoco, Luigi Abate, il presidente nazionale di Sis 118, Mario Balzanelli. Poi, residenti, commercianti, albergatori, sindacati di taxi, vigili e operatori sanitari. Al centro delle critiche una lunga lista di motivazioni: la sostenibilità trasportistica; l’accesso al pronto soccorso dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia non considerato né nel progetto né durante la Conferenza di Servizi preliminare, e la fluidità di manovra per i mezzi di soccorso e di emergenza con le interferenze con le diverse sedi istituzionali come questura, prefettura e vigili del fuoco; le carenze sul carico e scarico delle merci, sul conferimento rifiuti e sugli spostamenti degli ospiti negli hotel, tutti senza aree dedicate. E poi ci sono i tre grandi “tappi” del traffico: Termini/Repubblica, via IV Novembre e lungotevere in Sassia che, con la nuova conformazione delle strade creata per far passare i binari, vanno verso la paralisi con ripercussioni enormi sul traffico del centro. «Non mi risulta chiaro quali vantaggi il Comune ritenga di ottenere dalla scelta di un mezzo a guida vincolata (il tram, ndr) visto che i semafori sono gli stessi di oggi, le interferenze sono le stesse e visto anche che la trazione elettrica si può fare in altri modi, filobus o bus elettrici» conclude D’Andrea. Intanto, proprio sulla linea Termini-Aurelio, continua la raccolta di firme dei commercianti di via Nazionale: sono in prima linea contro l’opera e, con Confcommercio, hanno più volte chiesto al Campidoglio di puntare sui mezzi elettrici.

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