«Un consiglio comunale sul tram di via Nazionale». E parte la raccolta di firme a Roma

Manlio Di Stefano (FI): «Chiediamo una riunione straordinaria sulle criticità». L’opposizione si mobilita e fa partire una raccolta di firme sul contestato progetto

Roma, «Un consiglio comunale sul tram di via Nazionale»
di Fernando M. Magliaro
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Giovedì 14 Settembre 2023, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 00:25

Dopo le Commissioni Trasparenza, con il presidente Federico Rocca (FdI) pronto a convocarla, e la congiunta Statuto, Mobilità e Urbanistica, con la richiesta di convocazione protocollata dal capogruppo della Lega, Fabrizio Santori, anche Forza Italia-Udc raccoglie l’allarme delle associazioni dei commercianti e dei residenti sul tram Termini-Vaticano-Aurelio (Tva). E si va verso una seduta straordinaria del Consiglio comunale, aperta alla partecipazione delle diverse associazioni, sull’opera.

LE PROTESTE

«Dopo i ripetuti allarmi lanciati dai residenti e da una decina di diverse associazioni imprenditoriali, dopo i problemi evidenziati dai Vigili urbani e dai tassisti, credo sia giunto il momento per l’Amministrazione di mettere da parte le decisioni ideologiche calate dall’alto», dice Marco Di Stefano capogruppo degli Azzurri in Aula Giulio Cesare, che aggiunge: «Il tram Termini-Vaticano-Aurelio è l’ennesima opera che cala dall’alto, senza che la città abbia coscienza e conoscenza dei rischi.

A questo punto raccoglierò le firme fra i colleghi consiglieri per la convocazione di una seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina dedicata ad esaminare tutti questi punti di altissima criticità dell’opera e alla quale chiederò che possano partecipare tutte le associazioni che hanno espresso dubbi, perplessità e lanciato allarmi. Mi auguro che il sindaco Gualtieri e l’assessore Patanè diano anche al Tva lo stesso risalto che stanno dando ad altre opere rendendo il dibattito pubblico alto e aperto».

IL PROGETTO

Il contestatissimo progetto del Campidoglio, sponsorizzato dalla lobby filotranviaria della sinistra e nel silenzio degli ecologisti che ignorano totalmente i bus elettrici, prevede la realizzazione di una linea tranviaria con capolinea a piazza dei Cinquecento, sotto Palazzo Massimo, e che, passando per via Nazionale, piazza Venezia e Corso Vittorio Emanuele, arrivi al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza Giureconsulti). L’investimento totale al momento previsto è di circa 300 milioni, 120 dei quali su fondi Pnrr, e con le ruspe che dovrebbero iniziare a sventrare via Nazionale ad aprile 2024 per poi completare l’intera linea a a fine febbraio 2028. In mezzo, durante l’Anno Santo, cantiere sospeso.

LA LISTA DEI CONTRARI

Confcommercio Roma, Confesercenti, Federmoda, Federalberghi, Associazione Commercianti di Via Nazionale, Associazione delle Botteghe Storiche, tassisti e sindacati dei vigili urbani hanno a più riprese espresso contrarietà sulle tempistiche del cantiere e sull’opera stessa, considerata facilmente sostituibile con i nuovi bus elettrici. 

ALLARMI

Già in Conferenza di Servizi, il primo altolà era partito dalla Soprintendenza che ha redatto e consegnato un parere condizionato a una estesa lista di paletti per tutelare dall’«altissimo rischio» tutti i beni archeologici, i monumenti medievali e i palazzi rinascimentali. 
Poi i residenti, che paventano stridii e vibrazioni che caratterizzano tutte le altre linee tranviarie di Roma. 
Sulla mobilità, la nuova sistemazione delle strade fra Termini e Repubblica per consentire la realizzazione delle rotaie; la creazione del “tappo” di via IV Novembre con i marciapiedi allargati e tutti in fila dietro al tram; la sistemazione di piazza della Rovere di fronte all’Ospedale Santo Spirito in Sassia, sono altrettante potenziali paralisi del traffico al primo problema che blocchi un tram. 
Ancora: mancano le aree per il carico e scarico merci e per la raccolta rifiuti da via Nazionale al Tevere.
Infine, manca l’analisi dell’impatto sulla circolazione della linea di tutte quelle manifestazioni, praticamente la totalità, che hanno in piazza della Repubblica il punto di raduno. Poi, di quelle che si concludono a piazza Santi Apostoli. E, per ultimo, non sono state prese in considerazione le cerimonie e le celebrazioni che si tengono all’Altare della Patria: tutti eventi che obbligano a modificare le linee dei bus. Ma che, ovviamente, farebbero fermare il tram. 

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