Il nome è di quelli che evoca Luigi Magni e i film sulla Roma del Papa Re: “Arsenale Pontificio”. Uno dei grandi buchi neri di Roma finalmente si appresta a tornare a nuova vita: sarà la nuova sede della Quadriennale di Roma. E oggi, in Consiglio comunale, l’Assemblea capitolina voterà l’ultimo passaggio formale prima della fase operativa dei cantieri.
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La storia
Parliamo di quella struttura che sta lungo il Tevere, poco dopo l’ingresso di Porta Portese: un alto muro, un lungo caseggiato e poi il Tevere.
7 milioni
Oggi in Aula andrà al voto la variante urbanistica con cui viene chiusa la fase preliminare burocratica che porterà, entro quattro mesi, alla conclusione della progettazione definitiva. L’investimento totale è di 7 milioni di euro finanziati dal Ministero della Cultura.
L'opera
Il progetto prevede il recupero dell’intero complesso dell’ex Arsenale, coinvolgendo le Corderie e il Magazzino del sale. Tutti gli edifici sono stati recentemente messi in sicurezza e consolidati dal Ministero della Cultura, che, nel marzo 2018, ha firmato un accordo con la Fondazione La Quadriennale di Roma per una utilizzazione pubblica a forte valenza culturale. Il progetto prevede di insediare gli uffici e l’archivio con la biblioteca della Fondazione all’interno del Magazzino del sale, di adibire l’Arsenale a spazio per esposizioni ed eventi e di utilizzare la lunga manica delle Corderie come caffetteria, bookshop e uffici amministrativi. Al recupero dei manufatti storici del complesso si accompagna la riqualificazione dello spazio aperto, che potrà essere restituito all’uso pubblico, come “piazza delle arti” affacciata sul fiume e sulla città.
«Come Londra»
Spiega l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia: «Questo progetto rientra in un accordo quadro più ampio che abbiamo approvato con il Demanio e che consentirà la rinascita di questa parte del lungotevere. Un po’ come a Londra è avvenuto con la lunga e fruttuosa fase di recupero dei docks che ha segnato un punto di svolta nella rigenerazione urbana della capitale britannica. Dopo Bravetta e l’abbattimento dei vecchi residence, dopo l’avvio dell’abbattimento dell’ex centro direzionale Alitalia alla Muratella, il riavvio del Piano Integrato Magliana e i nuovi progetti su Corviale ora interveniamo su un altro grande buco nero dell’urbanistica romana degli ultimi anni, passando per la rigenerazione, quindi senza andare a consumare altro suolo ma riutilizzando l’esistente».
Demanio
L’accordo con il Demanio cui fa riferimento Veloccia è quello approvato alla fine dello scorso novembre e che riguarda la riqualificazione non solo dell’ex arsenale pontificio, ma anche Porta Portese, il Clivio Portuense, gli Orti di Trastevere, via Ettore Rolli e l’ex deposito Atac, l’ex canile di Porta Portese. Nel testo, sono chiariti le aree dell’intervento di riqualificazione: «Ridisegno di via Portuense come strada urbana di elevato valore ambientale; sostituzione degli edifici incongrui lungo la Portuense; recupero dei manufatti di scarico nel Tevere; riorganizzazione delle attività commerciali all’aperto legate al mercato domenicale di Porta Portese; recupero dell’ex canile municipale».