L'Ater vuole vendere la sua sede storica di lungotevere Tor di Nona e ha tentato di farlo parlando direttamente con chi lo vorrebbe comprare. Sebbene dovesse essere un'istituzione pubblica a prendere le redini della struttura di pregio proprio di fronte il Tevere (l'Inail), comunque avrebbe dovuto avviare una procedura «concorrenziale». Lo scrive l'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, direttamente all'azienda che gestisce le case popolari che si trovano nella Capitale.
L'apertura del fascicolo è partita da un'istanza del deputato Luciano Ciocchetti di Fratelli d'Italia che ha chiesto di vederci chiaro. Da tempo si parlava della vendita della struttura (utile per far cassa nei conti ancora in rosso dell'azienda, nonostante gli interventi di risanamento attuati nel corso di questi anni), a tal punto che in una riunione della Commissione urbanistica della Regione Lazio della scorsa estate si parlò già di un preliminare che si sarebbe dovuto firmare con l'Inail. Cosa che, invece, ancora non è avvenuta. Nel frattempo, però, si sono accesi i riflettori dell'ufficio vigilanza, servizi e forniture dell'Autority che non hanno perso tempo e si sono messi a scrivere per chiedere i documenti.
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LA LETTERA
L'ipotesi su cui si sta lavorando, così come si legge nella lettera che Anac ha inviato al commissario straordinario dell'azienda per l'edilizia residenziale pubblica del Comune di Roma, Eriprando Guerritore, è che «l'Ater avrebbe alienato l'immobile attraverso una trattativa diretta con l'acquirente, in assenza di qualsivoglia confronto concorrenziale».
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LO SPOSTAMENTO
L'ipotesi di trasferimento della sede Ater da Lungotevere Tor di Nona aveva portato a un'alzata di scudi da parte del personale, preoccupato di doversi trasferire non tanto in altre sedi in città ma in quelle periferiche. Una situazione complessa, la loro, che ha spinto anche alcune organizzazioni sindacali a chiedere di fermare la vendita. Ma nel piano di risanamento portato avanti dalla Regione (e che ha visto il passivo scendere da 600 a 60 milioni di euro), c'era appunto la valorizzazione degli alloggi non destinati all'edilizia residenziale pubblica. In pratica, la soluzione individuata era quella di fare cassa senza incidere sulle case destinate a chi ne ha bisogno. Nella prospettiva che venne tracciata nel corso dell'audizione in Commissione regionale urbanistica, si evidenziava la vendita a un soggetto pubblico (l'Inail) che l'avrebbe destinata ad uffici dell'amministrazione delle Dogane.
IL PREZZO
Il prezzo fissato sarebbe stato di 34 milioni di euro. Già a luglio Ater aveva manifestato quello che venne definito un «interesse vincolante», tanto da aver dimostrato l'intenzione di siglare il preliminare a settembre scorso. Cosa, invece, che non è mai avvenuta. Ora la lettera di Anac porterà a ripercorrere tutto l'iter che, in questi mesi, aveva messo il personale in agitazione e la politica ad accendere i riflettori.
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