Tentato omicidio al San Giuseppe, l'educatrice ferita: «Sono frastornata, ma sto meglio»

La 25enne dall'ospedale scrive ai colleghi rasserenandoli. L'aggressore è in carcere, increduli gli operatori: "Mai un problema prima, studiava con profitto per laurearsi. Vorremmo continuare ad aiutarlo"

Il Protettorato San Giuseppe
di Alessia Marani
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Lunedì 15 Maggio 2023, 17:50 - Ultimo aggiornamento: 17:51

L’operatrice della casa famiglia ospitata all’interno del complesso del Protettorato San Giuseppe di via Nomentana aggredita domenica notte da un ragazzo di 19 anni sta meglio. Ricoverata al San Giovanni, è stata sottoposta a Tac, alla visita oculistica e maxillo-facciale, ha bisogno di tranquillità ma ha già scritto un’email agli altri educatori suoi colleghi per rasserenarli e ringraziarli per il loro sostegno e aiuto: "Sono frastornata, ma sto bene. Ringrazio tutti". Chi l’ha aggredita, colpendola con più fendenti sferrati con un coltellino da cucina, adesso è in carcere a Regina Coeli, in una cella con altri quattro giovani detenuti. Non ha voluto vedere e parlare con nessuno, né con i suoi familiari, né con gli operatori e funzionari della struttura che lo accoglieva ormai da più di quattro anni, neanche con l'avvocato d'ufficio. Al Protettorato, chi lo ha seguito per tutto questo tempo è sconvolto e incredulo, non sa darsi una ragione del perché sia potuta accadere una cosa del genere, fino a sfiorare la tragedia. «Quel ragazzo non aveva mai dato alcun problema, anzi al contrario - spiega la presidente della struttura, Elda Melaragno - frequentava l’ultimo anno del liceo scientifico con buon profitto e il prossimo anno si sarebbe segnato a Giursisprudenza. Noi lo avremmo aiutato anche a raggiungere il traguardo della laurea, nonostante il disagio della famiglia di origine».

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Il ragazzo ora dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio, l’operatrice ha riportato una prognosi di 45 giorni.

Secondo il racconto della vittima, dopo la mezzanotte di domenica il giovane avrebbe bussato alla sua porta. In un primo momento la donna non ha risposto, solo successivamente è uscita per vedere chi fosse e, a quel punto, è stata assalita. Senza un reale motivo. Dopodiché il ragazzo è salito al piano di sopra dove si trova la casa famiglia per bambini e si è sporto da una finestra, come per gettarsi di sotto: «Stava male e vomitava», hanno detto i testimoni. È stata un’altra operatrice a dissuaderlo. Nel frattempo la 25enne ferita è riuscita a chiamare i soccorsi e la polizia giunta sul posto ha sequestrato il coltello che si era spezzato, finito a terra e ancora sporco di sangue, portando via l’aggressore. «I nostri operatori hanno mostrato una grande professionalità, ma non avevamo dubbi su questo - aggiunge Melaragno - Siamo in contatto con la famiglia del ragazzo che noi speriamo si faccia aiutare. Non sappiamo che cosa possa avere scatenato il suo gesto, ma vorremmo potere continuare a fare la nostra parte per sostenerlo, perché il percorso positivo che aveva intrapreso non si interrompa. La nostra realtà è abituata ad avere a che fare con situazioni difficili, purtroppo le ferite familiari, quei dolori provati vivendo nel disagio, sono ferite che mai davvero riescono a rimarginarsi». 

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