Omicidio Torremaggiore, Malaj ha ripreso la scena con il telefono: «Guarda le ho accoltellate e le accoltellerò ancora»

Il gip scrive che l'uomo ha ucciso intenzionalmente e che Jessica con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre

Omicidio Torremaggiore, Malaj: «Jessica e mia moglie fuggivano ma continuavo a colpire»
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Giovedì 11 Maggio 2023, 12:18 - Ultimo aggiornamento: 13:36

Taulant Malaj  torna a quella notte tra sabato e domenica scorsi, ai minuti in cui dopo avere ucciso Massimo De Santis, il 51enne che riteneva fosse l'amante di sua moglie, ha ucciso a coltellate anche la figlia sedicenne Gessica Malaj.

Omicidio ripreso con il telefono: «Guarda le ho accoltellate e le accoltellerò ancora»

«Guardate qua, questo l'omicidio, queste sono. Ti ho perdonato già una volta, basta. Dov'è il figlio? Guarda le ho accoltellate e le accoltellerò ancora». Sono alcune delle parole che Taulnat Malaj pronuncia nel video - acquisito agli atti - che ha registrato subito dopo aver ucciso con un coltello a serramanico dalla lama lunga otto centimetri la figlia Jessica e Massimo De Santis. Anche la moglie, 39 anni, è stata accoltellata.

«Buonasera. Mi chiamo Taulant Malaj. Lo vedete questo qua - dice inquadrando il corpo di De Santis - questo è l'italiano. Ecco questo è, e l'ho perdonata una volta con il primo. Questo è il secondo. Guardate l'ho accoltellato io da solo, da solo. Li ho uccisi tutti e tre, anche la ragazza». Il video è stato poi inviato da Taulant a un suo amico, a quale aveva prima telefonato dicendo di avere ucciso una persona, insieme ad altri tre filmati «risalenti al pomeriggio del 5 maggio 2023 in cui il Malaj insisteva con lamoglie per avere dettagli sulla relazione extraconiugale della stessa con il De Santis».

«Ammetto - dice - di aver ucciso Massimo De Santis e Jessica Malaj e di aver provato ad uccidere mia moglie Tefta». «Allora, questa è una storia che va avanti da un anno con mia moglie - spiega - Mia moglie l'anno scorso ha avuto un incidente stradale con Massimo e da lì si sono conosciuti.

Hanno iniziato a parlare. Un giorno lei è stata male e lui me l'ha portata al forno dicendo di avermi portato mia moglie. In quel caso feci finta di nulla. Un altro giorno con la sua auto, una Maserati, Massimo portò in giro mia moglie. Poi hanno iniziato a mangiare insieme. Ho registrato tutto con il mio telefonino».

Malaj riferisce che la moglie avrebbe negato la relazione con il barista e che avrebbe litigato con lei davanti ai figli. Nello specifico, il venerdì precedente il duplice omicidio il 45enne aveva litigato con la moglie a causa di De Santis perché l'aveva vista uscire con lui. «Ho visto tutto dalle telecamere che ho in casa, hanno preso un caffè insieme al bar», afferma il 45enne che «venerdì pomeriggio» le ha chiesto «conto e ragione ma lei ha sorvolato - evidenzia - e ho minacciato di andarmene di casa e infatti me ne sono uscito e sono andato via».

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Il giudice: «Non si è pentito»

L'uomo non si è pentito secondo la giudice che ha convalidato il fermo. Nel corso dell'interrogatorio Malaj si è detto «dispiaciuto per la figlia», ma a quelle parole il giudice delle indagini preliminari sembra non crederci e anche per questo ha convalidato il fermo del 45enne di origine albanese, che lo scorso 7 maggio è stato arrestato dai carabinieri a Torremaggiore.

Secondo la giudice Roberta Di Maria Malj ha ucciso per un'ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie. 

«Continuavo a colpire». Malaj ricostruisce i momenti in cui ha ucciso la figlia 

Malaj è tornato a casa, è entrato in camera da letto «dove c'era mia moglie; l'ho colpita e nel mentre è entrata Jessica, la quale voleva proteggere la mamma. Allora io ho colpito anche Jessica e l'ho uccisa. Manco mi ero reso conto che fosse lei. Jessica purtroppo si è trovata nel momento sbagliato. Dal letto loro due sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle». È questo un passaggio della confessione di Malaj.

Per commettere l'omicidio l'uomo ha usato un coltello a serramanico della lunghezza di 18 centimetri. A chiamare i soccorsi è stata la moglie dell'assassino, Tefta Malaj, sopravvissuta all'aggressione perché difesa da Jessica.

All'operatore del 118 Tefta ripeteva «accoltellato», e quando l'operatore le ha chiesto se fosse stata accoltellata la donna è riuscita a stento a rispondere «sì» e poi ha aggiungo: «mia figlia, mia figlia».

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Il giudice scrive: «Voleva uccidere»

Malaj si trova in carcere con l'accusa di duplice omicidio e di tentato omicidio (la moglie Tefta). Su di lui «sussistono i gravi indizi di colpevolezza». Lo scrive il gip di Foggia Roberta di Maria nella convalidato del fermo.

«Il quadro indiziario - già grave e supportato dalle sue confessioni - si è consolidato a seguito dell'acquisizione dei filmati che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui l'uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie che la figlia all'interno della sua abitazione. Le modalità del fatto e l'entità delle lesioni cagionate alle vittime mostrano chiaramente che il Malaj ha agito con l'intenzione di cagionare la morte non solo del De Santis ma anche della moglie e della figlia» si legge nel provvedimento di 11 pagine.

La giovane Jessica - «che con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre dalla brutale aggressione del padre» è stata colpita «volontariamente» - come mostrano le telecamere nell'appartamento di Torremaggiore -, «non solo quando interveniva in un primo momento all'interno della camera da letto, ma anche quando l'aggressione continuava all'interno del salone dell'abitazione».

La minore, da un primo esame del medico legale è stata uccisa con «non meno di 4 coltellate al torace», mentre sul corpo di De Santis «sono state riscontrate un numero non inferiore a 23 coltellate», alla testa, al collo, al torace e all'addome e al braccio sinistro, «e questo è un dato sintomatico della furia omicida con cui l'indagato ha agito, non lasciando sostanzialmente scampo alla vittima».

Allo stesso modo la modalità con cui il Malaj si è avventato nei confronti della moglie, inizialmente, presa di sorpresa, in piena notte, mentre si trovava nel letto, «era tale da poterne cagionare la morte. Dalle immagini estrapolate dai video presenti nell'abitazione è possibile vedere chiaramente che l'indagato, inveiva contro la stessa, sferrando molteplici coltellate nei suoi confronti anche nella parte superiore del tronco, in cui hanno sede organi vitali».

La mancata morte è dovuta oltre che dalla reazione della stessa Tefta, «dall'intervento della giovane figlia Jessica nonché probabilmente dal convincimento di averla effettivamente lasciata a terra esanime», oltre che dall'arrivo successivo dei sanitari.

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«Comportamento morboso e ossessivo»

Le esigenze cautelari per la gip sono motivate anche dal «movente che lo ha ispirato: ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie», e dal fatto che «neanche la presenza del figlio minore Leonardo di appena 5 anni, che assisteva inerme alla violenza perpetrata ai danni della madre e della sorella, lo abbia fatto desistere dalla sua azione criminosa». Per la gip, inoltre, Taulant Malaj ha «ostentato la propria inconcepibile "impresa" riprendendo le vittime subito dopo averle accoltellate mortalmente e facendo mostra del proprio folle gesto inviando il video ad un amico».

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Parla il fratello dell'uomo: «Era tranquillo nonostante le mani insanguinate»

«Mio fratello si presentava abbastanza tranquillo, ed aveva le mani insanguinate e riferiva ancora una volta: questo è l'amante e l'ho ucciso». È uno dei passaggi della deposizione di Quemal Malaj, fratello di Taulant Malaj.

Il reo confesso subito dopo gli omicidi - si legge nella convalida del provvedimento di fermo - ha contattato il fratello su Messenger per informarlo di aver appena ucciso tre persone: «la moglie, la figlia e l'amante».

Davanti ai magistrati il fratello di Taulant sostiene di non aver mai saputo di relazioni extraconiugali della coppia: «assolutamente non sapevo nulla, mio fratello non mi ha mai riferito di essere tradito tantomeno mi ha riferito quelle che erano le sue intenzioni. Il nostro era un rapporto sporadico», sottolinea Quemal Malaj.

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