Bambino morto a Centocelle, la tragedia ripresa con i telefonini: i carabinieri bloccano il video

Hanno intercettato il video che cominciava a circolare tra i componenti della comitiva e hanno imposto loro di cancellare le immagini

Bambino morto a Centocelle, la tragedia ripresa con i telefonini: i carabinieri bloccano il video
di Alessia Marani
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 07:11

La morte di un bambino di 12 anni ripresa in diretta per caso da altri ragazzini stava per essere data in pasto ai social. A bloccare il tam tam dell'orrore sulla piattaforma Tik-Tok che tanto piace ai minori (e non solo) ci hanno pensato i carabinieri della Compagnia Casilina che martedì sera, arrivati in piazza dei Mirti dopo le numerose chiamate che segnalavano un adolescente precipitato dall'ultimo piano di un palazzo, hanno avuto la prontezza di intervenire pur nella concitazione del momento.

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SPETTACOLARIZZAZIONE

Hanno intercettato il video che cominciava a circolare tra i componenti della comitiva e hanno imposto loro di cancellare le immagini. Per essere sicuri che nessuno ovviasse alla raccomandazione di non diffondere ulteriormente il video-choc si sono annotati i loro nomi. Se mai lo schianto in diretta del dodicenne di Centocelle finisse online, sanno con chi dovranno prendersela.
La piazza, non lontana dalla fermata delle metropolitana, martedì alle 18.45 era piena di gente. Tra i pianti e le urla dei testimoni sconvolti e, soprattutto, dei genitori della vittima che si era lasciata cadere nel vuoto dopo un normale rimprovero, i militari si sono resi conto che altri ragazzini, maschi e femmine di 14 e 15 anni, erano intenti a scambiarsi un video sui telefonini. La morte stava diventando spettacolo. Una ragazzina, infatti, casualmente, durante la registrazione di un Tik Tok aveva filmato alle sue spalle anche quel terribile volo in diretta.

SENZA FILTRI

Il dramma di Centocelle, insomma, di lì a poco avrebbe rischiato di divenire virale sui social, rinnovando con la sua replicazione all'infinito il dolore più intimo e profondo dei familiari e di un intero quartiere. Fino a svilire la vittima, fino a spersonalizzarla. Eludendo e ignorando che cosa può rappresentare un gesto del genere, soprattutto se compiuto da chi era ancora un bambino e non fornendo alcun filtro per l'elaborazione della tragedia a chi quelle immagini era destinato a riceverle. Tra i primi altri coetanei o persone fragili spinte a pericolosi processi di emulazione.

LA RESPONSABILITÀ

I carabinieri non hanno perso tempo.
Hanno chiamato i ragazzini da parte, hanno chiesto loro di mostrare che cosa stavano guardando. Con pazienza ma con grande fermezza hanno spiegato loro che non era il caso di fare girare quelle immagini così forti che avrebbero solo generato altra sofferenza. Che la presenza sui social impone anche delle responsabilità. Insomma, non tutte le immagini hanno lo stesso valore. Tra i ragazzini c'è chi ha pianto, chi ha subito fatto vedere ai militari di avere cancellato il file. In silenzio, davanti ad altri adulti che hanno assistito alla scena, hanno osservato l'ambulanza portare via il bambino che ancora respirava. Ieri alcuni di loro sono tornati in piazza dei Mirti per lasciare un fiore e dire una preghiera.

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