«Il centro sportivo non ha violato alcuna legge ma lo sport che coinvolge i bimbi più piccoli dovrebbe essere un gioco non uno strumento per veicolare altri messaggi». Così commenta amareggiata la mamma di una bimba di 7 anni, aspirante ginnasta e costretta a ritirarsi dalla palestra di Centocelle perché i genitori non hanno dato il consenso alla pubblicazione sui canali social del gruppo sportivo di foto e video della bimba durante gli allenamenti o le gare. Un consenso che era stato già rifiutato al momento dell'iscrizione tanto che i genitori pensavano che la questione fosse chiusa. Invece: «Dopo tre allenamenti sono stata contattata dalla palestra. Credevo di aver trovato un punto di incontro con i titolari decidendo di far allontanare la mia bimba durante le foto e i video. Ma senza consenso, come poi mi hanno spiegato, il timore era che nonostante le accortezze, l'immagine di mia figlia potesse finire comunque in alcuni post che sponsorizzano le attività del centro di ginnastica. A quel punto ho capito che mi stavano mettendo davanti a un bivio e non abbiamo avuto alternative».
La famiglia ha dunque ritirato la piccola dalle lezioni ed è stata restuita alla famiglia la quota di iscrizione.