Sgomberi, 23 urgenze, la Procura accelera: sentenze da rispettare a Roma

Sgomberi, 23 urgenze, la Procura accelera: sentenze da rispettare a Roma
di Stefania Piras
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Giovedì 25 Ottobre 2018, 07:00
C’era anche il capo della Procura Giuseppe Pignatone ieri al vertice sugli sgomberi in Prefettura con il ministro dell’Interno Matteo Salvini e la sindaca Virginia Raggi. Il vicepremier ha esordito così prima di recarsi a San Lorenzo: «Sono qui per ascoltare e prendere appunti». E all’ordine del giorno c’era il caso Desirée, la discussione inevitabile sulle occupazioni abusive e sui «riflessi delle sentenze». Quella depositata venti giorni fa che tutela i legittimi proprietari degli stabili occupati. Il procuratore capo è intervenuto dicendo proprio che le sentenze vanno eseguite.

Raggi ha spiegato che ha firmato un protocollo apposito con la Prefettura e che darà priorità proprio agli stabili colpiti dai provvedimenti della magistratura. Sono ventitré. Ma anche a quelli dove c’è il rischio di crolli e di emergenze sanitarie.

Perché se non si sgombera, come dice la sentenza della Cassazione portata in prefettura ieri, si dà il via libera alla sopraffazione, quella che ha violentato e ucciso Desirée. La presenza di Pignatone e di esponenti dell’Avvocatura generale dello Stato e della Corte d’Appello va proprio in questa direzione, quella di non tergiversare su un problema endemico della capitale.

I primi a essere sgomberati saranno i Casamonica, in via del Quadraro. Le loro ville alla Romanina saranno demolite «così come abbiamo sgomberato a Ostia gli Spada», ha ricordato Raggi. E gli altri palazzi occupati? I numeri emersi ieri parlano chiaro: 90 palazzi occupati e 11 mila persone coinvolte. Una cittadella degli occupanti. A un certo punto da un tecnico è balenata pure l’idea di riunirli tutti in una mega struttura gestita dalla Protezione civile, come fossero terremotati. Una proposta scartata all’istante dal prefetto Paola Basilone.

Dei 90 stabili occupati, 23 hanno già ricevuto l’ordine di sgombero dalla magistratura e richieste di risarcimento danni per via di contenziosi in corso. Un esempio? La sede di Casa Pound di proprietà del Demanio e occupata nel 2003 che però non risulta tra gli immobili più critici individuati dal Viminale. Sui fascisti del terzo millennio Raggi ha detto di aspettarsi «un segnale forte dallo Stato e un input per procedere». Ha ottenuto la promessa da Salvini di far arrivare 250 uomini in più tra polizia e carabinieri. Anche l’organico della Municipale andrebbe ampliato, ha detto la sindaca. Uno dei tanti motivi con cui attende maggiori poteri dal governo per Roma capitale: «Ad oggi siamo a seimila agenti, ne mancano 2 mila».

LA LISTA <QA0>
Il Viminale ha stilato un cronoprogramma di sgomberi da condividere con il tribunale e ha individuato sei palazzi. La Regione Lazio ha già messo a disposizione un milione di euro per assistere le famiglie ed evitare «la migrazione delle occupazioni da un punto all’altro della città», ha detto l’assessore regionale Massimiliano Valeriani. 
Il destino è segnato dunque per l’edificio di via Carlo Felice, l’ex fabbrica di Penicillina in via Tiburtina, una ex scuola in via Cardinal Capranica, uno stabile in via dell’Impruneta; l’ex Inps in via Tuscolana e un palazzo in viale del Caravaggio. Diversa l’alternativa immaginata dal vicesindaco Luca Bergamo per l’ex salumificio in via Prenestina. Per lui il museo che esiste oggi in quei locali va preservato e ricorrerà al ministro M5S Alberto Bonisoli. 
Ma il vero punto all’ordine del giorno non scritto era: come evitare un altro caso Desirée. E da san Lorenzo i riflettori si spostano sul prossimo fronte caldo: piazza Bologna, viale delle Province, viale Ippocrate dove c’è una movida chiassosa e ad alto tasso alcolico, simile a quella di San Lorenzo. È qui che potrebbe arrivare una nuova ordinanza che limita il consumo di alcool come quella che sta per arrivare a San Lorenzo.
 
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