Roma, tavolino selvaggio, la farsa delle multe: zero licenze ritirate

Roma, tavolino selvaggio, la farsa delle multe: zero licenze ritirate
di Laura Larcan
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Domenica 9 Luglio 2017, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 21:27
Come avere successo col business del tavolino selvaggio. La legge parla chiaro: al terzo verbale per l'occupazione irregolare di marciapiedi o piazze a suon di sedie, cartelli, fioriere, scatta la revoca dell'assegnazione dei metri quadri. Eppure la norma non viene applicata. Sono i vigili che non effettuano il fatidico terzo verbale, o il tris di procedimenti si arena quando arriva negli uffici del Municipio? La verità va tutta dipanata. Quello che appare chiaro è che a Roma, chi si allarga a colpi di metro quadro, sembra avere vita facile. Qualche esempio pratico, verbali alla mano, come svela la consigliera del I Municipio Nathalie Naim, i locali che hanno superato i tre verbali sono una ventina. Solo a Campo dei Fiori ce ne sono 6 (2 hanno incassato 5 verbali e 2 ne hanno 4) per «irregolare ampliamento», eppure per loro non è scattata nessuna scure. Numero record a via della Vite, dove un grande ristorante è stato bacchettato almeno 7 volte per parziali abusi, ma le sue poltroncine restano salde in mezzo alla strada. Ancora, a superare la soglia dei tre verbali, sono ristoranti a via di San Giovanni in Laterano, via Genova, Governo Vecchio, in Arcione, Baullari. Normale? No. La deliberazione n. 39 entrata in vigore dal 2014 (il regolamento base in materia di occupazione di suolo pubblico) colpisce tutti i furbetti che si allargano con poltroncine e gazebo «rispetto a quanto autorizzato o che utilizzano arredi difformi da quanto autorizzato».
LE NORME
Si parla di tre verbali, non necessariamente nello stesso anno solare: «Se i vigili arrivano alla terza contestazione di violazioni, per il locale scatta automaticamente la decadenza della concessione. E questo vale non solo per chi si allarga in modo abusivo sul suolo concesso ma anche per chi utilizza oggetti e arredi difformi dalle prescrizioni», dichiara la consigliera del I Municipio Nathalie Naim. Ebbene: «Questa norma non è stata mai applicata - incalza la Naim - Se si applicasse veramente, lo scenario cambierebbe». Perché? E qui viene il bello. I verbali ai furbetti dei dehors vengono fatti dalla polizia locale (dal 2015 sono aumentati del 15 per cento rispetto agli anni precedenti). Ma con criteri selettivi e solo di giorno: «I vigili che si occupano di amministrazione sono sotto organico e non lavorano di notte per mancanza di straordinari», ricorda la Naim. «Sono talmente tante le osp in centro che per ciascuna c'è massimo un verbale l'anno». Numeri alla mano, su 3084 osp autorizzate, più le molte migliaia di abusive, sono stati effettuati 278 verbali tra il 2016 e il 2017 per ampliamento difforme dalla concessione, e 471 nell'ultimo anno e mezzo su osp abusive. Poi che succede? I provvedimenti restano impantanati nell'Ufficio Commercio del I Municipio cui spetta l'ultima voce, ossia la revoca. Il motivo? Personale sotto organico, il caos delle lunghezze burocratiche, la cautela di fronte allo spettro di denunce da parte di ristoratori. Basti solo considerare che i verbali della polizia fino ad oggi lavorati sono fermi ad aprile. Ma è uno scenario tutto da chiarire, perché proprio l'assessore al Commercio del I Municipio Tatiana Campioni ha dato mandato all'Ufficio di mettere in pratica con urgenza la delibera dei tre verbali per usare il pugno duro sui furbetti dei dehors. «La verità è che nell'ufficio vigilanza del Municipio sulle occupazioni di suolo pubblico sono solo in tre a lavorare i verbali per tutto il centro storico - racconta Nathalie Naim - Di questi, uno si occupa solo di contenziosi perché ogni provvedimento del Municipio incassa un ricorso al Tar».
 
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