Roma, l'assessore Meloni: «Dopo Marra in Campidoglio ho subito pressioni su altre nomine»

Roma, l'assessore Meloni: «Dopo Marra in Campidoglio ho subito pressioni su altre nomine»
di Sara Menafra
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Domenica 29 Gennaio 2017, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 08:33

I nomi suggeriti in un giro di indicazioni quantomeno poco limpido erano tanti. E in qualche caso era la parola di Raffaele Marra, passato dall'ufficio del personale al ruolo di vice capo di gabinetto del sindaco, ad essere determinante. A parlare di un quadro complesso e di promozioni affidate con criteri dubbi è stato l'assessore allo Sviluppo economico e al turismo Adriano Meloni, ascoltato nei giorni scorsi in procura a Roma dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall'Olio. Meloni ha confermato a verbale che l'indicazione del nome di Renato Marra, fratello di Raffaele e vigile urbano arrivato appunto al ruolo di direttore generale dell'ufficio Turismo, gli fu suggerito dal potente congiunto. «Non è stata una imposizione - ha spiegato - ma una indicazione precisa di un nome, questo sì». Proprio questa procedura è costata al sindaco Raggi l'accusa di abuso d'ufficio in concorso con Marra e di falso in atto pubblico.
 

 


IL VERBALE
Da ex ad di Expedia, e dunque perché tecnico prestato alla politica, Meloni ha raccontato anche di essersi trovato a disagio pure con altre procedure di selezione dei dirigenti promossi nella prima fase dell'amministrazione Raggi. Selezioni poco chiare, ha detto, e in qualche caso vere e proprie «pressioni» per favorire questo o quel dirigente con meccanismi analoghi a quelli che, tramite i buoni uffici di Raffaele Marra, hanno portato alla sua firma il nome di Renato.Del resto agli atti dell'inchiesta c'è almeno un'altra intercettazione in cui il ruolo del dirigente ora in carcere sarà ulteriormente approfondito. Salvatore Romeo, prima di passare a capo della segreteria del sindaco si confrontava via chat proprio con Romeo sull'uso del regolamento Tuel. E proprio quella procedura è poi stata considerata illegittima dall'Anac ed è finita nel mirino della procura che ha delegato gli accertamenti alla Squadra mobile.
Marra dal canto suo si dice convinto di potersi difendere da ogni accusa relativa alle nomine: tramite l'avvocato, Francesco Scacchi, ha chiesto e ottenuto il dissequestro del suo telefonino (dal quale sono state estratte le chat con gli assessori e col sindaco) e sulla base di quelle conversazioni si dice sicuro di poter dimostrare la sua estraneità alle scelte della Raggi.

LA ROGATORIA
Intanto, è arrivata a una svolta anche l'indagine sul tesoro di Marra a Malta, l'isola che è diventata la residenza sua, della sua famiglia e del fratello Catello. Gli accertamenti della polizia maltese, partiti dall'inchiesta per corruzione che vede il funzionario ancora in carcere per il legame con il costruttore Sergio Scarpellini, avrebbero confermato che appartamenti, conti correnti e l'ormai noto yacht ormeggiato al porto, sarebbero riconducibili proprio al patrimonio del funzionario comunale. Troppi soldi perché possano corrispondere al reddito di uno che, come Raffaele Marra, è sempre stato nei ruoli della pubblica amministrazione, prima come ufficiale della Guardia di finanza e quindi al Campidoglio. Tanto che la procura vuole valutare se nell'isola il funzionario non abbia cercato di riciclare soldi non suoi.