È uno dei punti più pesanti dell’accusa: dopo avere abusato della vittima, insieme ad altri ragazzi, mentre lei era quasi in stato di incoscienza a causa di un mix di alcol e di droghe, l’imputato sarebbe uscito dalla stanza sventolando una maglietta sporca di sangue. Ma ieri, in aula, durante l’ultima udienza del processo sullo stupro avvenuto nel capodanno del 2021 durante una festa in una villetta di Primavalle, una delle ragazze presenti, parlando della vittima, ha detto: «Quando è uscita dal bagno sorrideva, era solo imbarazzata per la maglietta». Nel processo è imputato per violenza sessuale di gruppo Patrizio Ranieri. Insieme a lui, sotto inchiesta in fascicoli separati, altri due maggiorenni e due minorenni. La giovane, ascoltata insieme a un altro dei ragazzi presenti quella sera alla festa, ha aggiunto alcuni tasselli alla ricostruzione della vicenda. Anche lei, come le amiche della vittima avevano dichiarato nella scorsa udienza, ha confermato il fatto che Chiara (nome di fantasia) quella sera era sotto effetto di sostanze stupefacenti e alcool, ma, a suo dire, in grado di capire.
Struprarono una 19enne filmando con lo smartphone, condannati a 10 e 8 anni di carcere
LE DICHIARAZIONI
«Quando è uscita dal bagno era solo imbarazzata per la maglietta», ha specificato la testimone, riferendosi alla maglietta sporca di sangue indossata dall’imputato Ranieri a seguito di uno dei rapporti sessuali.
L’AMICA
Tra gli altri testimoni previsti, una ragazza all’epoca dei fatti minorenne, indagata pure lei per violenza sessuale nei confronti di Chiara insieme al fidanzato, a sua volta accusato di aver abusato della fidanzata e di Chiara approfittando, nel corso del rapporto, della condizione di inferiorità fisica e psichica delle due adolescenti a causa dell’uso di alcol e droga. La ragazza non ha potuto testimoniare proprio perché indagata e vittima nello stesso episodio, ma in un procedimento connesso: i giudici decideranno sul punto nel corso della prossima udienza. Un’altra giornata in cui i corridoi del Tribunale penale di Roma hanno ospitato i giovani che hanno partecipato a quella festa dai punti oscuri. Alcuni di loro sono indagati, ma sembrano non rendersene conto. Ridono e scherzano spensierati, guardando i loro telefoni e scambiandosi video sui social. Qualcuno si altera anche per l’attesa perché ha «una vita fuori di qua e un lavoro».