Ristoratore reatino in missione in Ucraina per portare medicinali ai soldati

Ristoratore reatino in missione in Ucraina per portare medicinali ai soldati
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Domenica 22 Ottobre 2023, 00:10

RIETI - Nelle settimane immediatamente successive all’escalation militare, ad essere consegnati di persona dopo estenuanti viaggi durati decine di ore, a bordo di furgoni ed auto, furono soprattutto beni di prima necessità, mentre adesso sono medicine ed antidolorifici da destinare ai soldati impegnati sul fronte del conflitto russo-ucraino.

A disegnare l’evoluzione della guerra è anche la solidarietà, il cui flusso costante da Rieti non si è mai interrotto e che ha nuovamente portato lo storico gestore del ristorante “La Palazzina” Giuseppe Amici – insieme al diciannovenne terzogenito Leonardo – a tornare in Ucraina, stavolta per consegnare farmaci ed analgesici al fondo di carità “Pure in heart” guidato da Iryna Rabarska, fra i pochi autorizzati dal governo ucraino a distribuire ai soldati medicine e materiali da medicazione, confezionati anche all’interno di kit di pronto soccorso. 

Un’azione di sostegno avviata dallo stesso Amici nelle prime settimane successive al conflitto – sostenuto dalla compagna e chef de “La Palazzina” Oksana Pidhorodetska – ma che ha dato il via anche ai successivi viaggi di altri reatini, fra i quali Gabriele Casanica, Roberto Bellosono ed Enzo Santopinto.

L’opera. La destinazione, stavolta, è stata la città di Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale del Paese, 2.500 chilometri per raggiungere il confine ucraino provenendo da Rieti e poi altri 150 chilometri da percorrere una volta entrati in Ucraina: «L’opera gestita da Iryna esisteva già prima della guerra, ma dopo il conflitto è stata costretta a riorganizzarsi – spiega Giuseppe Amici – Noi siamo andati a conoscerli di persona e ci hanno accolto in modo stupendo, raccontandoci le loro attività, come ad esempio quella di portare per alcuni periodi i bambini in montagna nei Carpazi, così da allontanarli dal clima della guerra.

Siamo rimasti un mese: si notano spesso colonne di carri armati provenienti dai Paesi vicini e diretti verso il fronte, mentre di notte si odono le sirene dei bombardamenti. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato vedere che nelle città sono rimaste solo le donne, che adesso svolgono anche lavori pesanti normalmente destinati agli uomini». 

35 anni in divisa. Amici ha già promesso di tornare («Dovremo tentare di fare un nuovo viaggio per portare altre medicine, che sono il bene che manca di più»), ma stavolta in Ucraina lui e Leonardo sono entrati indossando la divisa dell’Associazione nazionale Carabinieri, che al suo interno ha un nucleo di Protezione civile, a favore della quale Amici festeggia quest’anno i suoi 35 anni di attività, certificati anche dalla lettera di encomio del Questore della Camera dei Deputati Paolo Trancassini.

Era il 1988, quando un piccolo gruppo di volontari, fra cui Amici, costituì il primo nucleo di protezione civile riconosciuto dalla Prefettura: «Pochi anni prima, la scomparsa di mio padre mi aveva spinto ad abbandonare l’Arma e a tornare a Rieti per occuparmi del ristorante – ricorda Amici - Ma il bisogno di sentirmi utile per la collettività non è mai scomparso». Ed a partire da quel momento non si è più fermato: tra i soci fondatori dell’associazione Rieti ’93 e, non ultimo, responsabile del Centro operativo comunale durante l’ultima giunta Cicchetti, sempre in prima linea in tante emergenze nazionali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA