Montopoli di Sabina, maxi ammanco: restano le pesanti condanne

Montopoli di Sabina
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 13 Ottobre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 11:03

RIETI - La prescrizione di alcuni reati commessi prima del 2006 ha ridotto la durata della pena, ma la pronuncia della Corte d’appello di Roma non si è discostata dalla sentenza di primo grado emessa ad aprile 2018 dal Tribunale di Rieti, condannando i due dipendenti infedeli del Comune di Montopoli di Sabina. L’ex ragioniere Gino Giannini e l’ex dipendente comunale Rosalba Gaetani, sono stati ritenuti responsabili, anche dalla Corte di Roma, del buco in bilancio causato dalle operazioni illegittime messe in campo in tandem dai due dipendenti per più di 10 anni. 
La Corte d’appello nell’udienza che si è tenuta il 21 settembre ha condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione Giannini e a 2 anni e sei mesi Gaetani. Il Tribunale di Rieti aveva stabilito pene di 5 anni e otto mesi per il responsabile del settore economico e 4 anni per la collega, entrambe ridotte per la sopraggiunta prescrizione di alcuni reati commessi prima del 2006. La Corte ha anche accolto l’appello avanzato dal Comune, difeso dal legale Antonella Aguzzi, per ottenere il ripristino del sequestro conservativo di un appartamento di proprietà della dipendente Gaetani, in favore del Comune di Montopoli. Un ulteriore tassello nell’annosa vicenda giudiziaria che riguarda l’Ente sabino costretto a convivere con un piano di riequilibrio a maglie strette per sanare il bilancio mandato in predissesto dalla voragine finanziaria figlia di comportamenti illegali e appropriazioni indebite. 
A confermare le responsabilità dei due dipendenti un anno fa era arrivata anche la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato Giannini e Gaetani a restituire al Comune 943 mila euro. Più di 714 mila euro sono stati considerati a carico di Giannini, oltre 228 mila euro devono essere restituiti in solido da entrambi. Anche questa sentenza ricalca quella del Tribunale di Rieti evidenziando «ripetute (per oltre dieci anni) condotte di appropriazione, attuate anche mediante la falsificazione di firma dei mandati di pagamento, delle somme illegittimamente sottratte dalle casse comunali e dettagliatamente descritte negli atti del procedimento penale. Condotte poste in essere da Giannini, anche responsabile dei servizi finanziari ed economo del Comune, con la fattiva complicità di Gaetani, addetta al protocollo e beneficiaria diretta di parte cospicua delle somme di danaro sottratte da Giannini, in assenza di alcuna idonea giustificazione». 
Nel centro sabino la sentenza della Corte d’appello è stata accolta con soddisfazione specie dall’ex primo cittadino Antimo Grilli che, sebbene fuori dal Comune da diverso tempo, non ha mai perso di vista l’evoluzione della vicenda giudiziaria.

Era sindaco di Montopoli quando l’ammanco è stato scoperto e in prima linea ha condotto la battaglia di legalità per far recuperare al Comune sabino il maltolto.

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