Rieti, carabinieri: «Un mercato autonomo per le droghe leggere ma la provincia resta sicura»

Da sinistra, il capitano Carmelo Ceraolo comandante Nor Poggio Mirteto, il colonnello Bruno Bellini comandante provinciale dei carabinieri, il tenente colonnello Pietro Ronci comandante della compagnia di Poggio Mirteto
di Raffaella Di Claudio
4 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Novembre 2022, 00:10

RIETI - Il risveglio post pandemia porta, in Bassa Sabina, la consapevolezza di un mercato delle droghe leggere diventato autonomo, che impone un cambio di passo e spinge gli investigatori a svolgere sempre di più un ruolo di prossimità nel territorio, in grado, prima degli strumenti tecnici, di stroncare attività illecite anche di grandi dimensioni. Non a caso, negli ultimi anni, in Bassa Sabina, di tre operazioni antidroga in grado - a distanza di pochi giorni - di smantellare altrettante aziende illegali di produzione e vendita di marijuana e hashish, non si aveva memoria.
Tradotta in numeri, l’attività condotta nell’ultimo mese dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile (Nor) della compagnia di Poggio Mirteto fa 86 chili di marijuana, 1,50 chili di hashish e 494 piante di canapa sequestrati, oltre 800mila euro di possibile fatturato, tre arresti e altrettanti punti di produzione e spaccio stroncati. Ma cosa c’è dietro ai numeri? Come è cambiato il territorio? Si è di fronte a un’emergenza droga in Sabina? Quali sono le priorità che si trovano ad affrontare oggi le forze dell’ordine?

Le risposte. Il Messaggero ha chiesto al colonnello Bruno Bellini, comandate provinciale dei carabinieri, e al tenente colonnello Pietro Ronci, alla guida della compagnia di Poggio Mirteto, di ricostruire lo scenario attuale della sicurezza in Sabina e nel Reatino in generale. La premessa del comandante Bellini, anche a fronte dell’esperienza maturata in sei anni alla sezione omicidi del nucleo investigativo di Roma, è netta quando chiarisce che «la provincia di Rieti è sana e sicura, a fronte anche di iniziative di prevenzione svolte nelle scuole e tra gli anziani (i primi da proteggere), che servono a fronteggiare in maniera reale l’insicurezza percepita».
La parola chiave diventa prossimità. «Nelle tre operazioni antidroga a Poggio Mirteto Scalo, Toffia e Poggio Nativo - afferma il tenente colonnello Ronci, proveniente dal raggruppamento operativo speciale Ros di Roma - più della strumentazione tecnica, ha potuto la presenza sul territorio dei militari del Nor, guidati dal capitano Carmelo Ceraolo e la capacità di fare squadra. Le operazioni hanno coinvolto dieci uomini che hanno perlustrato il territorio, messo a sistema le informazioni raccolte sul campo, permettendo loro di agire in condizioni impervie». «Non è detto aggiunge Bellini - che realtà come quelle smantellate recentemente non esistessero prima. Quel che è certo, però, è che oggi c’è maggiore consapevolezza nell’ispezionare zone periferiche, facendo ricorso all’esperienza del corpo forestale e utilizzando il nucleo elicotteri per sorvolare zone più nascoste e spesso scelte per compiere attività illecite».
In queste aree, «probabilmente proprio durante la pandemia - ricostruisce Bellini - quando anche delinquere, per l’impossibilità di spostamenti, diventava complicato, la facilità di realizzare coltivazioni di canapa ha permesso agli spacciatori di dare vita a un mercato autonomo rispetto a quello della Capitale, dove attualmente trovano grande diffusione le droghe sintetiche.

E, sempre in pandemia, l’utilizzo di internet e dei social, di sicuro, ha semplificato i contatti con gli acquirenti, la cui età sicuramente si è abbassata».

Le modalità. A dispetto della vicinanza con Roma, quindi, lo spaccio avviene diversamente. Non si ravvisa, come sottolineano i comandanti, «uno spaccio organizzato come quello che i nigeriani riescono a fare nei vicoli del centro storico di Rieti».
Ma va controllato e analizzato. In questi giorni, infatti, sono in corso, come anticipa Ronci, «analisi tecniche per ricostruire, a cominciare dalla qualità dello stupefacente sequestrato a Poggio Mirteto Scalo, Toffia e Poggio Nativo, eventuali legami tra le tre attività e la presenza di complici». Il tutto mentre l’attenzione dei carabinieri deve restare concentrata oltre che sulla droga «che pur non essendo un’emergenza in provincia di Rieti - evidenzia Bellini - crea più allarme», pure sulle «truffe a domicilio in netta ripresa» e sui furti «rispetto ai quali moltissimo può fare un sistema d’allarme che può collegarsi gratuitamente al numero di emergenza 112».

© RIPRODUZIONE RISERVATA