Il medico Poalo Bigliocchi: «Ripristinare al più presto il tracciamento, servono strutture sui territori»

Paolo Bigliocchi
di Raffaella Di Claudio
3 Minuti di Lettura
Sabato 1 Gennaio 2022, 11:10

RIETI - «Siamo ancora in fase pandemica. A mio avviso, servirebbero 20 giorni di lockdown e mettere in campo, come ho proposto alla Asl, strutture alternative sui territori, in una collaborazione tra Asl, Comuni, associazioni e medici di base, per eseguire tamponi e ripristinare il tracciamento». Paolo Bigliocchi, medico di medicina generale a Rieti, è già in studio quando, poco dopo le 9, riceve la telefonata de Il Messaggero e ha davanti una giornata lavorativa che si preannuncia simile a quella del giorno precedente. La quarta ondata se l’aspettava, ma forse un po’ più tardi di quando si è presentata. «Ieri - racconta - è stato il giorno peggiore, mai vissuto in due anni. Sarei dovuto essere in studio dalle 15 alle 19, ma dalle 8.30 che sono entrato sono uscito alle 19, dopo aver gestito 20 casi Covid: non mi era mai capitato».


Gli ostacoli
Sono giorni complicatissimi per i medici di base, a fare da cuscinetto tra paziente e Asl. Emerge un quadro sempre più confuso in cui si naviga a vista su «un sistema - dice Bigliocchi - che è completamente imploso», tra l’ansia crescente dei pazienti che assistono al repentino cambio delle regole, con la chiamata della Asl che ritarda e la prenotazione al drive-in che non si trova. Il telefono squilla ininterrottamente e le richieste sono sempre le stesse: impegnative per eseguire un tampone molecolare, tempi e modi di isolamento. «Siamo di fronte a una diffusione enorme del contagio.

che riguarda un’alta percentuale di giovani - spiega il medico - perché sta mancando totalmente il rispetto delle regole di distanziamento e protezione. Si era visto già con la scolarizzazione, ma ora la situazione è esplosa, basta farsi un giro per la città per vedere centinaia di giovani assembrati senza mascherina e i controlli sono assenti. I vaccini funzionano e chi è vaccinato presenta una sintomatologia blanda e facilmente controllabile a casa. Gli unici due casi di ricovero con polmonite bilaterale che conto si riferiscono a pazienti non vaccinati».

Ma gli assistiti non sanno a che santo votarsi. «C’è una confusione enorme - conferma Bigliocchi. - I tamponi vengono effettuati solo su prenotazione, nei giorni scorsi c’è stato un afflusso da Roma importante e questo ha complicato le cose. Il sistema non ce la fa più». La soluzione per Bigliocchi potrebbe essere «la messa a disposizione dai Comuni di locali, l’utilizzo dei medici di base, fuori dagli accordi sindacali, ma su base volontaria, parlare con le associazioni per dare vita a più centri che eseguano, nei prossimi due mesi, i tamponi sul territorio. Gli unici punti di riferimento siamo noi medici, che però possiamo lavorare sulla parte clinica, ma non su quella burocratica, dove abbiamo gli stessi limiti dei cittadini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA