Rieti, Covid: ricoveri in crescita. Il direttore sanitario della Asl De Luca: «Serve ora la quarta dose»

Ospedale de Lellis
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 19 Luglio 2022, 00:10

RIETI - Giusto il tempo di abituarsi all’idea di un’estate all’insegna dei contagi, ma almeno con gli ospedali vuoti, che il virus ha cambiato le carte in tavola. L’impennata di ricoveri al de Lellis, passati in 24 ore da 15 a 25 e la conseguente riapertura di un reparto Covid, impongono una riflessione sullo scenario e un’analisi sulle azioni che la Asl reatina intende intraprendere da qui a settembre. Abbiamo chiesto al direttore sanitario della Asl di Rieti, Assunta De Luca, i dati e gli strumenti che l’Azienda intende utilizzare per gestire questa ondata “anomala”.
Ds De Luca, abbiamo assistito al repentino aumento di ricoveri con conseguente ampliamento di posti letto in ospedale, da cosa è dipeso?
«In provincia di Rieti, nell’ultima settimana, i pazienti, che continuano ad arrivare in pronto soccorso per altre patologie ma ai quali viene scoperta la positività al Covid, cominciano ad accusare sintomi respiratori. Sono sintomatologie gestibili in area medica e non di natura intensiva, per questo abbiamo pensato di riattivare un reparto Covid. Sabato e domenica ci è stato utile per ricoverare quei pazienti in un’area protetta».
Siamo davanti a una nuova variante?
«Questo non siamo in grado di dirlo, ma dal report quotidiano emerge che gran parte dei pazienti ricoverati o non ha completato il ciclo vaccinale o non ha ancora eseguito la quarta dose».
Quanti sono quelli attualmente in ospedale e che caratteristiche hanno?
«A oggi sono 30 e sono soggetti con in media 70 anni, mentre i più giovani in genere hanno altre patologie, quindi sono “fragili” per definizione e molti non si sono ancora sottoposti alla quarta dose o non hanno mai avviato il ciclo vaccinale».
La quarta dose è ferma a percentuali basse. Alla luce di concerti ed eventi, c’è l’annullamento delle misure di contenimento e l’abbandono della mascherina. Questa ondata la stiamo combattendo o subendo?
«Di certo, la potremmo combattere meglio se le categorie indicate dal Ministero della salute si sottoponessero a vaccinazione, che mai come adesso è necessaria, perché nell’eventualità di un’infezione evita il ricovero».
Allora come si arriva a settembre?
«Dobbiamo sollecitare a eseguire la quarta dose e a indossare la mascherina sempre. Come Asl, abbiamo intensificato l’attività del centro vaccinale ex Bosi e da giovedì scorso, in due giornate, abbiamo effettuato 661 quarte dosi. In più, fino al 9 agosto, abbiamo 700 persone prenotate. Al momento non è in programma la riattivazione dell’hub della Sabina presso Amazon, poi a settembre si prevederà una pianificazione graduale di riaperture di altri centri. Ma l’offerta vaccinale c’è. All’ex Bosi, siamo in grado di gestire 800 vaccini al giorno e oltre a noi stanno vaccinando farmacie, medici di base ed è previsto il nostro servizio di vaccinazione a domicilio. La popolazione non deve preoccuparsi, ma solo vaccinarsi. Perché lo strumento più efficace per combattere il virus resta sempre la vaccinazione».

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