Rieti, coronavirus: strappo degli studenti per il pranzo dei 100 giorni dalla maturità

Studenti (Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 00:10

RIETI - L’età media dei contagi si sta vertiginosamente abbassando, le scuole del capoluogo e della provincia sono attanagliate dalle classi in quarantena, ma cosa c’è di meglio di un bel pranzo dei 100 giorni da festeggiare tutti insieme al ristorante? E’ questo il progetto messo in campo da parte di molte classi quinte degli istituti superiori di Rieti che – gonne, giacche, cravatte e tacchi già pronti - a partire da oggi e fino almeno a domani e venerdì, incluso anche lunedì, hanno in previsione aperitivi prima nei bar cittadini e poi pranzi di gruppo in diversi ristoranti della città o appena fuori dal centro.

Tutti a tavola 
Lo scorso anno, il pranzo per festeggiare i 100 giorni dall’esame di Stato fu annullato e l’ultimo risale quindi al 2019. Ma stavolta, più che un pranzo dei 100 giorni, quello ideato dagli studenti reatini sembra invece un autentico piano di battaglia su come poter meglio schierare le truppe affamate da un anno di scarsa socializzazione, tanto da essersi spartiti giorni e locali. Le prime a partire, oggi, dovrebbero essere tre quinte superiori del liceo Scientifico “Jucci”, mentre tra domani e venerdì dovrebbe verificarsi l’en plein, quando a tavola si ritroveranno Scientifico, il liceo Classico “Varrone”, l’istituto Elena Principessa di Napoli e il tecnico-industriale “Rosatelli”. Non certo però tutti insieme appassionatamente, ma divisi per giorni e locali, così da rispettare le regole di distanziamento imposte ai ristoranti che in questo caso però, nella visione degli studenti, appaiono più come norme da aggirare che da osservare, pur di poter festeggiare. E va da sé che con una tale adesione, molti dei ristoranti scelti dagli studenti siano già sold-out, complice il distanziamento che ne limita il numero dei tavoli: mentre per le classi che hanno scelto ristoranti meno a portata di città, sembra sia stata addirittura prenotata una navetta per l’andata e ritorno. Senza parlare poi degli immancabili aperitivi pre-pranzo, già in programma in diversi bar della città. 
Ieri, la Consulta provinciale degli studenti si è affrettata a chiarire che il pranzo non è una loro iniziativa, così come non lo è neanche da parte delle rappresentanze dei singoli istituti.

In buona sostanza, quindi, ogni classe ha deciso per sé, interfacciandosi con le altre per spartirsi giorni e locali: e il perché molte sezioni si siano concentrate nell’organizzarlo tra oggi e venerdì sta nel fatto che in tanti temono che, dalla prossima settimana, il Lazio possa finire in zona arancione, ma qualche gruppo di temerari ha prenotato, nonostante tutto, anche per lunedì. Lo scorso anno, invece, il Rosatelli donò addirittura i fondi raccolti per il pranzo annullato prima al sostegno delle terapie intensive degli ospedali del Lazio e poi alla Croce rossa di Rieti. Quest’anno invece, a quanto pare, non c’è emergenza sanitaria che riesca a farli ragionare.

Lo sconcerto 
Grande è lo sconcerto tra i dirigenti scolastici delle scuole superiori: «Ho provato a parlarci, per far capire loro che non è un momento storico adeguato per mettere in atto un’iniziativa del genere», spiega Stefania Santarelli, dirigente del liceo scientifico, Classico e reggente all’istituto “Savoia”. Beatrice Tempesta, dirigente al “Rosatelli” e al Geometri “Ciancarelli”, aggiunge: «Quando l’ho saputo ne ho parlato a lungo con i rappresentanti d’istituto, spiegando loro tutti gli aspetti di una scelta non adeguata, ma da quello che ho compreso si tratta di un’iniziativa delle singole classi. Abbiamo tentato di dissuaderli, ma è un meccanismo che si può frenare poco e noi dirigenti che strumenti abbiamo per impedirlo?». Staremo a vedere.

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