Movida e mascherine obbligatorie, a Rieti il nuovo decreto non piace

Movida e mascherine obbligatorie, a Rieti il nuovo decreto non piace
di Giacomo Cavoli
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Martedì 18 Agosto 2020, 04:12

RIETI - «La nuova ordinanza sull’obbligo delle mascherine? Sottolinea una mancanza di programmazione da parte del Governo su come continuare ad affrontare l’emergenza Covid». Non fa certo strappare i capelli dalla gioia al Comune di Rieti la nuova ordinanza del ministero della Salute che, a partire da ieri, impone l’utilizzo obbligatorio della mascherina nei luoghi più ad alto rischio di assembramento dalle 18 alle 6 del mattino di ogni giorno, bloccando anche l’attività delle discoteche fino al 7 settembre. «Come amministrazione non dovremo fare ulteriori ordinanze, perché si tratta di una disposizione inderogabile anche rispetto alle Regioni – spiega il vicesindaco e assessore alle Attività Produttive, Daniele Sinibaldi - Il tema delle discoteche non ci tocca perché nel Comune non sono presenti locali di questo tipo: starà ora alle forze dell’ordine controllare meglio l’uso della mascherina, ma credo che queste siano soluzioni tampone che non chiariscono il percorso da seguire per il futuro. Non si può proseguire con questa continua indecisione: da parte del Governo va scelta una linea perché alla fine, come durante il lockdown, sono i Comuni che si ritrovano a dover interpretare delle misure che non tengono conto di molte variabili, caricandosi sulle spalle la tensione dei propri cittadini».

E una seconda chiusura sul territorio comunale preoccupa più della prima: «Fortunatamente, l’estate è stata sopra le aspettative, perché il territorio favorisce il distanziamento. Ma applicare nuove restrizioni come quelle di marzo e aprile significherebbe far saltare l’economia, in una città piccola come la nostra». 

Gli spazi. In Comune si pensa anche alla deroga, durante l’inverno, dell’ampliamento dei dehors per i locali: «Ne parleremo con i commercianti a fine agosto e, se avranno questa esigenza, il Comune non avrà problemi a derogare – risponde Sinibaldi – Ma anche in questo senso sarà difficile fare degli investimenti, perché il Governo non è in grado di dettare una linea da qui ai prossimi sei mesi». 

I pub e i bar. L’obbligo delle mascherine a fascia oraria non convince neanche Francesco Cimmino, presidente dell’associazione Habere, che unisce i gestori della zona del Ponte Romano e del lungoVelino dove, terminato il lockdown, si è sviluppata velocissima la nuova movida cittadina: «Noi gestori la indossiamo quotidianamente per lavoro e non abbiamo nulla da eccepire, se si tratta di una misura che aiuta a contenere il rischio di contagio ed a permetterci di lavorare – spiega Cimmino – Personalmente e anche parlando con i nostri clienti, non credo servirà a molto, considerando che tanti utilizzano ogni giorno mascherine ormai consunte e quindi inutili. Ma è un po’ come all’inizio della pandemia, quando era obbligatoria: non credo che il doverla indossare scoraggerà le persone dal frequentare i locali, ma è chiaro che il controllo dovrà essere operato dalle forze dell’ordine». Sanzioni a parte, l’estate nella nuova zona della movida ha aiutato a ridurre un po’ i danni del lockdown: «Si è lavorato abbastanza ma non certo in un clima ideale, perché c’è sempre paura che possa accadere qualcosa – conclude Cimmino - Ad agosto, per attività come le nostre si è sempre raggiunto un picco di flessione ma chi più e chi meno, si è riusciti a ridurre un po’ i danni del lockdown. Temo però che per capire se ci sarà una reale flessione, servirà attendere la stagione invernale». 

Le  discoteche. Sulla chiusura imposta alle discoteche fino al prossimo 7 settembre, Rieti risolve invece tristemente da sé il problema, considerando che di luoghi da ballo, in città e nei Comuni del Reatino, non se ne vede più l’ombra ormai da diversi anni. L’unica eccezione è rappresentata dallo storico Dancing “La Pergola” di Contigliano, che però non ha ancora riaperto dopo la chiusura di oltre cinque mesi fa: «D’accordo con il gestore del locale, in via precauzionale si è deciso di chiudere il locale già dal 1 di marzo, una settimana prima dell’ordinanza sindacale che dava seguito al Dpcm – spiegano i proprietari del Dancing - Da quel momento, il locale non ha più ripreso la propria attività neanche durante i mesi estivi, ma nel frattempo i gestori si sono comunque visti recapitare la bolletta per il pagamento della Tari 2020».

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