La casa a luci rosse nel palazzo Ater: un giro di affari da circa 20 mila euro al mese

Il dirigente della Mobile, Marco Stamegna
di Emanuele Faraone
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Domenica 4 Febbraio 2024, 00:10

RIETI - Affari d’oro nell’appartamento ai piani alti di una palazzina Ater nel quartiere cittadino di Molino della Salce. Era lì che – utilizzando le tre camere disponibili prese in subaffitto da un reatino – i transessuali sudamericani svolgevano la loro attività di meretricio grazie alla disponibilità dell’alloggio di edilizia popolare di cui beneficiava un 60enne reatino - con canone agevolato (meno di 30 euro al mese) - ora indagato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Adesso, a partire dal “libro mastro” dei pagamenti, dagli appunti e dalle agende ritrovati, giudicati di interesse investigativo, si indagherà a ritroso anche per risalire al giro di clientela che frequentava quell’appartamento dove comunque il viavai di persone sarebbe stato comunque sempre discreto e riservato. 

Le entrate dell'uomo. L’uomo percepiva anche il reddito di cittadinanza in quanto, di fatto, risulterebbe non occupato e senza lavoro ma è certo che, subaffittando quelle camere, riusciva ad “arrotondare” più che bene il sussidio economico che percepiva, incamerando un introito settimanale tutt’altro che trascurabile. Il canone di locazione per ciascuna camera che cedeva ai transessuali sudamericani era di circa 300 euro a settimana e quando le stanze erano tutte occupate l’incasso settimanale poteva ammontare fino a 900 euro, circa 3.600 euro al mese se i vani a disposizione erano tutti utilizzati. Da quanto appreso dagli investigatori, sulla scorta di un sommario esame degli appunti cartacei esaminati e ancora al vaglio della polizia, l’attività di prostituzione si sarebbe consumata almeno a partire dal novembre del 2022 per un giro mensile di incassi totali tra le prostitute che esercitavano vicino ai 20mila euro. 

Il primo blitz dela Polizia. Al primo blitz degli agenti della Mobile della questura di Rieti – avvenuto nello scorso mese di dicembre erano due i transessuali presenti all’interno dell’appartamento, uno colombiano e l’altro brasiliano, mentre nella successiva perquisizione effettuata nelle scorse settimane gli occupanti sudamericani erano tre, con una ragazza brasiliana.

Nel mese di dicembre c’era stato un primo intervento all’interno dell’abitazione di Molino della Salce operato dagli agenti della Volante della questura reatina a seguito di un diverbio tra un cliente e un transessuale che aveva permesso poi agli investigatori - successivamente intervenuti - di prendere atto di quell’inaspettato contesto da subito attenzionato e finito sotto la lente. Tuttavia, nonostante quel primo blitz con l’ingresso dei poliziotti in casa, l’uomo non aveva cessato l’illecita attività di favoreggiamento e sfruttamento continuando ad affittare quelle camere percependo in nero le somme di denaro.

Le indagini. Aveva così tranquillamente proseguito fino a quando, nei giorni scorsi il personale della Mobile – coordinato dal dirigente Marco Stamegna – aveva dato esecuzione ad una nuova perquisizione autorizzata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Rieti (pm Luana Bennetti) che – sulla scorta delle fondate risultanze investigative apportate e dai riscontri probatori conseguiti – aveva dato autorizzazione a procedere. Enorme la mole di preservativi rinvenuti insieme a cospicue somme di denaro con ogni probabilità provento dell’attività di prostituzione domiciliare che veniva consumata tra le pareti domestiche. Rinvenuto anche materiale pornografico, sexy toys e oggetti a sfondo sessuale. 

Il materiale documentale. Rilevante anche il materiale documentale e cartaceo posto sotto sequestro tra cui agende, appartenenti all’uomo indagato, contenenti annotazioni di numeri telefonici riferibili chiaramente a donne straniere, bozze di annunci di prestazioni sessuali da inserire in bacheche virtuali ed un “libro mastro” contenente tutte le somme di denaro ricevute dalle singole prostitute, dal novembre del 2022 al gennaio del 2024. Da qui partirà ora una sorta di indagine parallela per risalire ai clienti che frequentavano quell’abitazione, gli importi delle somme di denaro corrisposte per gli affitti e, soprattutto, per porre un limite temporale rispetto al protrarsi del lasso di tempo del meretricio.

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