Il sindaco Trancassini dichiara guerra
a L'Aquila per la Riserva di Santogna

Il sindaco Trancassini dichiara guerra a L'Aquila per la Riserva di Santogna
di Alessandra Lancia
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Domenica 6 Luglio 2014, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 20:26
LEONESSA - Pu di suo pugno un sindaco ordinare a un altro sindaco di fare qualcosa? Nel dubbio (e nell’assoluta originalità del caso) Paolo Trancassini (nella foto) da Leonessa ci prova con Massimo Cialente da L’Aquila.

Oggetto del contendere, manco a dirlo, la gestione di quella perla verde che è la riserva di Santogna, enclave aquilana in territorio leonessano, oggetto di una contesa che si trascina dal 1927 risolta poi alla metà dei Novanta dalla Cassazione a favore dell’Aquila.



Nei giorni scorsi, lungo la strada vicinale che porta alla riserva - la cui gestione è affidata di volta in volta dal Comune dell’Aquila a pastori e agricoltori - è comparsa una sbarra rosso-arancio per impedire il transito da e per la zona.

«A questo punto ho detto basta e visto che la sbarra è sul nostro territorio ho chiesto agli uffici di preparare un’ordinanza di rimozione», racconta il quattro volte sindaco Trancassini.



E quando c’è stato da valutare se indirizzarla ad un dirigente del Comune de L’Aquila o al suo sindaco non ci ha pensato due volte: «La gestione della Riserva di Santogna è una materia troppo importante per essere delegata ai funzionari. Sono anni che chiediamo a L’Aquila di ragionare insieme su come gestirla. Eravamo pronti a pagare noi un canone, tante sono le attività che vi si possono fare e tanti i danni fatti da gestioni affidate di volta in volta a singoli agricoltori. Non c’è stato niente da fare».



Chissà se ora essere destinatario di un’ordinanza di rimozione (anche solo di una sbarra stradale) spingerà Cialente a trattare: nell’Europa senza frontiere che debba essercene una tra i boschi di Leonessa è veramente singolare.

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