L'attore e comico Dario Cassini e il rapporto speciale con Cittaducale

Dario Cassini e Fabio Bolognini
di Sabrina Vecchi
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Venerdì 8 Dicembre 2023, 00:10

RIETI - «Era agosto ma faceva un freddo pazzesco. Eppure il pubblico era seduto in piazza, composto: decisi di fare qualcosa di divertente non previsto, quelli non erano spettatori, erano eroi». Galeotto, nel rapporto tra Cittaducale e Dario Cassini, fu il film “Nessuno mi può giudicare”, proiettato nel paese reatino un paio d’anni fa. «Doveva essere una proiezione serale con un componente del cast, diventò una prova di coraggio. Dissi agli organizzatori, scherzando, che dopo il fuori programma mi portassero almeno in un posto dove mangiare veramente bene». Davanti a tartare e formaggi nasce così l’amicizia con Fabio Bolognini del ristorante “La Tagliata”, una vera istituzione della zona: «Mi sono trovato subito bene, come a casa. I nostri rispettivi figli sono diventati amici e ci divertiamo, loro insegnano cose a me, io cose a loro». 

Culture dell'enogastronomia. Non tutti lo sanno, ma l’attore è un cultore della cultura enogastronomica, un vero intenditore del settore: «Diciamo che so quali sono le cose buone, e più cresco più mi piacciono i posti che le sanno fare». Da amicizie nascono altre amicizie, e Dario Cassini a Cittaducale è ormai decisamente integrato: «Mi dicono come sto, quando sono tornato. Il rapporto è alla pari, non sono certo l’attore ma uno che ama il loro paese». Tappa fissa quasi ogni settimana, la Bottiglieria nazionale di Maurizio Perelli, il luogo giusto dove apprezzare un buon calice: «Dario è un amico, un assoluto estimatore dei vini del nostro territorio, grandissimo amante delle bollicine. Qui ricarica le pile». L’attore conferma: «Bianco d’estate, rosso d’inverno, bollicine tutta la vita! Ho scoperto la passione per le cose piccole, autentiche. Voglio conoscere meglio la vostra provincia, Fabio e Maurizio sono persone vere, e ogni giorno conosco nuovi amici reatini». 

Il legame. Molti di loro erano in prima fila al Brancaccio di Roma, per la prima del suo show “Sballando con le stelle”, ora in tournée in tutta Italia. «Tante battute nascono a Cittaducale. Qui mi sento sollevato da molte responsabilità, come in vacanza. A volte preparo qualcosa con Fabio, la cucina è la mia grande passione, ma il mio primo lavoro è fare il papà e lo spettacolo è una copertura. Ho scoperto da ragazzino che potevo far ridere, ma mi piacciono anche i ruoli drammatici, ne faccio meno di quello che vorrei. È necessario stare in mezzo alla gente per comprendere come cambia il modo di far ridere, conoscere il pubblico: quello di un teatro al chiuso d’inverno è molto diverso da quello di una piazza estiva». Alla “Tagliata” c’è un compleanno, Cassini si avvicina al tavolo del giovane festeggiato, anima la serata, si presta per le foto. E si narra come nei camerini circolino i prodotti di Cittaducale e Rieti: «A Ballando con le Stelle ho portato il culatello e le salsicce di Fabio, oppure le bottiglie di Maurizio, cose che mi fanno piacere. Quello show è stata un’esperienza faticosa ma molto formativa, ero vicino di camerino di Enrico Montesano, il mitico Pomata, per un comico il massimo». Senza dimenticare che anche lo stesso Montesano, cittadino onorario di Borbona, è un habitué delle nostre zone, come tanti altri. Tra una tappa e l’altra del suo tour, Cassini lavora a un prossimo romanzo e parla dell’amicizia con i colleghi Giovanni Caccioppo, Gioele Dix, i tantissimi del grande successo di Zelig, poi quelli delle Iene, del cinema.

E del politically correct che oggi incombe, e forse avrebbe tagliato molte battute in voga qualche decennio fa. Un’attualità dove i comici resistono osservando i cambiamenti, le manie, i nuovi mezzi di comunicazione.

Il comico. Cos’è che invece non dovrebbe proprio fare un comico? «Ci sono quelli che ridono da soli alle battute, senza aspettare la reazione del pubblico, che è il vero protagonista nel nostro lavoro», spiega Cassini. «Credo che mi piaccia cucinare perché è la cosa vicina al mio mestiere: anche noi comici riempiamo la pancia, ma con le risate. Ed è la cosa più bella che c’è»

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