Fara, il carro sabino
si rimette in marcia

Fara, il carro sabino si rimette in marcia
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 18 Aprile 2015, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 16:14
FARA SABINA - L'archeologo danese Jan Kindberg Jacobsen sarà in Italia nei prossimi giorni. La notizia, ufficiosa ma riferita da fonti autorevoli, è trapelata in queste ore. E dà concretezza alle ipotesi di rientro in patria del Carro del Principe Sabino, attualmente esposto nel museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. Durante la trasmissione di Ra1 Petrolio, infatti, Jacobsen aveva manifestato la volontà del museo di restituire i reperti, la cui parte più consistente è custodita nel museo archeologico di Fara Sabina. Le sue parole hanno riacceso i riflettori sulla lunga e complessa vicenda fatta di trattative iniziate e poi interrotte e di precari equilibri diplomatici.

Ora la notizia del suo imminente arrivo in Italia, dà conto della ripresa delle contrattazioni tra il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) e il museo danese al fine di ottenere la restituzione del carro e degli altri reperti venduti a Copenaghen, dopo essere stati illegalmente trafugati alla fine degli anni '60 dalla tomba 11 della Necropoli di Colle del Forno, rinvenuta in quello che nel 1972 sarebbe diventato il sito archeologico Montelibretti Roma 1. Trattative che i bene informati definiscono essere riprese in gran segreto, ma anche in maniera veloce.



LA LETTERA A FRANCESCHINI

Trattative nelle quali il Comune di Fara Sabina vuole inserirsi, come testimonia la lettera scritta e inviata ieri dal sindaco di Fara, Davide Basilicata al ministro Dario Franceschini. Nella missiva il primo cittadino, ribadisce la speranza di ottenere quello che non esita a definire un «ricongiungimento famigliare archeologico». A tale proposito esprime la disponibilità del Comune di Fara Sabina a lavorare in sinergia con il ministero per evitare di «commettere l'errore di decontestualizzare una seconda volta il carro d'oro». Fara vuole esserci e lo mette per iscritto al ministro Franceschini, affinché lo prenda in considerazione. Perché se da un lato, il fatto che la maggior parte dei corredi funerari del tomba 11 siano custoditi nel museo archeologico farense, deponga a favore di Fara come luogo deputato ad accogliere il carro, dall'altro la complessità della vicenda fa pensare che non sia affatto scontato. Anche perché la preziosità dei reperti e la necessità di garantire loro la giusta visibilità e fruibilità da parte dei visitatori richiede una sede espositiva adeguata. E questo, c'è da credere, che sarà uno degli aspetti che nei prossimi mesi l'amministrazione dovrà affrontare con grande attenzione.
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