In pratica in Vaticano voleva scardinare una certa mentalità troppo secolarizzata che spingeva alcune suore teologhe a valutare negativamente il centralismo della curia, il maschilismo di certi luoghi comuni. A sollecitare l'ispezione (curata da un giurista della Congregazione della Fede) erano stati alcuni vescovi americani ultra tradizionalisti che non gradivano le prese di posizione del LCWR, il cartello che raggruppa tutte le superiore religiose americane. Secondo questi vescovi alcune delle tesi sostenute dalle suore “ribelli” sarebbero state in contrasto con i fondamenti della retta dottrina, di conseguenza la LCWR era vista come una sigla pericolosa per l'influenza che poteva esercitare tra i cattolici.
La questione era spinosa ed è costata anche il siluramento di un vescovo di curia, monsignor Tobin, rispedito negli Usa proprio perchè tentava di mediare e difendeva le ragioni delle religiose. Papa Francesco, una volta eletto, ha incaricato il cardinale brasiliano Braz de Aviz di aggiustare la faccenda. Dopo un anno di lavoro il caso è arrivato ad un punto di svolta. Positivo. In un documento vengono elencati i motivi per i quali il Papa suggerisce l'archiviazione della pratica, senza prendere provvedimenti disciplinari nei confronti di nessun istituto religioso.
Un approccio, quello di Bergoglio, ritenuto conciliatore e destinato a riportare il sereno tra i cattolici americani.
Il rapporto riconosce un alto valore al ruolo esercitato dalle suore in ogni campo e si esprime profonda gratitudine per il lavoro finora fatto in campo morale, educativo, sanitario, pedagogico, sociale. Madre Sharon Holland, la presidente del gruppo delle religiose americane, ha accolto sorridendo il rapporto e l'esito delle investigazioni. Insomma, il caso è archiviato e la pace tra le religiose Usa e la Santa Sede fatta.
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