Per la prima volta la Caritas si è attivata per promuovere la prima di una serie di lezioni operative rivolte a strutture cattoliche e organismi laici impegnati nel settore (“una piaga ancora sommersa” dicono). Ci sono tutti. Telefono Rosa, le Asl, “Casa internazionale dei Diritti umani delle donne”; il centro anti-violenza “Maree”. Il fenomeno delle denunce per violenze domestiche a Roma è in aumento. A sentire gli operatori che raccolgono gli Sos delle vittime, si tratta di un aumento crescente, non tanto perché aumentano i casi, ma perché sempre più donne trovano la forza di reagire, di mettere a fuoco la loro situazione, spezzando l’isolamento psicologico.
“A volte sono le famiglie stesse, specie in ambienti sociali di un certo livello, a scoraggiare le denunce. C'è ancora molta vergogna sociale” aggiunge Cristina Manzara della Casa di Christian, una delle strutture che garantiscono un riparo per le emergenze, a chi fugge da un marito o a un compagno violento. E’ una piaga sociale. “Dal mio osservatorio posso dire che in genere le straniere che si rivolgono a noi hanno più coraggio, sono più determinate. Le donne italiane si rivelano più fragili, sono più condizionate da tanti fattori e spesso sopportano in silenzio situazioni insopportabili e pesantissime. Come se non avessero percezione della gravità degli abusi”. Suor Erma delle Serve di Maria Riparatrice ha vent'anni di esperienza alle spalle. Racconta storie di dolore ma anche di rinascita. “Dobbiamo lavorare sulla prevenzione. Come? Insegnando alle ragazze a tutelarsi, a difendersi, a comprendere i segnali della violenza”.
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