La7 sta cercando di organizzare il confronto perché la proposta è partita da lì e poi la rete di Urbano Cairo sta facendo del servizio pubblico una bandiera. Ma i soldi del canone per svolgere il compito non li prende La7 bensì la Rai, quindi è da pensare che il confronto debba svolgersi negli studi di Viale Mazzini.
A riguardo i consiglieri del cda Rai hanno scritto a Fico le motivazioni per cui il faccia a faccia debba andare in onda sulla prima rete Rai. Eccole: «Per la missione, la funzione, i risultati, la facilità d'accesso, la modalità d'uso. La televisione pubblica è garante di autorevolezza, trasparenza e qualità della copertura. Un confronto politico di evidente interesse non può essere usato come favore commerciale a una rete concorrente capace di risultati davvero lontani».
Già, perché ci sono gli ascolti da tenere in considerazione. Ma allora se si vuole evitare la bagarre tra Vespa, Costanzo, Floris, Mentana, Porro e chi ne ha più ne metta l'unica soluzione è passare la palla al Tg1, che dati alla mano resta il tiggì più visto. Sotto la cui testata e con in conduzione un giornalista della redazione (magari il direttore Andrea Montanari) il confronto potrebbe andare in onda nel rispetto della parcondicio, della diffusione in ogni angolo del Paese e degli ascolti. Così come è stato fatto negli anni precedenti con le conduzioni di Clemente Mimun per Prodi contro Berlusconi, di Monica Maggioni per Renzi-Bersani nelle primarie Pd e di Alberto Matano in occasione dell'ultimo referendum.
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