Renzi, il referendum, il caos a Roma e l'importanza dell'elettorato grillino

Renzi
di Marco Conti
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Giovedì 8 Settembre 2016, 14:44 - Ultimo aggiornamento: 23:19
Riparte da Reggio Emilia il referendum-tour di Matteo Renzi. Fitta serie di appuntamenti del presidente del Consiglio tra feste dell'Unità e inaugurazione dell'anno scolastico in scuole ristrutturate e ammodernate con il piano-scuola del governo. Campagna elettorale vecchio stile ma infarcita di web e di lunghe eNews.

Nelle ultime si sottolineano gli sforzi del governo sulla crescita, si elencano le riforme fatte e quelle da fare, ma sinora sono state molto parche di polemiche nei confronti delle opposizioni. M5S in testa. Eppure, soprattutto i pentastellati,  in questi giorni offrono molti spunti critici, ma Renzi si limita. Ieri l'altro, parlando a Porta a Porta, ha invitato i  Cinquestelle «a smetterla con la doppia morale» e ha persino fatto di nuovo gli auguri a Virginia Raggi per il suo lavoro da sindaco di Roma.

Oggi si è limitatato a retwittare un messaggio del comitato del referendum costituzionale: "Basta un Sì" («c'è chi parla di trasparenza e non la applica e chi la inserisce in Costituzione»). Il riferimento è evidente, ma pacato. Non evoca ideologiche contrapposizioni, ma punta e mettere in evidenza le contraddizioni e la strada che lo stesso elettore pentastellato ha per raggiungere l'obiettivo. "Vuoi la trasparenza nella gestione della cosa pubblica? Basta u

n Sì". Da quando ha fatto autocritica sulla personalizzazione del referendum in nessuno degli ultimi messaggi del premier si evocano pericoli "da fine mondo" simili a quelli che Berlusconi rincorreva  nei suoi comizi rilanciando "il pericolo comunista". Renzi cerca invece di far passare il messaggio che solo con il referendum si può far saltare lo status quo e ha bisogno anche dell'elettorato arrabbiato e deluso che ha votato e vota M5S. 
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