Polemiche per Renzi conferenziere in Cina. La replica: nessuna assenza in Senato

Polemiche per Renzi conferenziere in Cina. La replica: nessuna assenza in Senato
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Lunedì 4 Giugno 2018, 21:21
Lo si nota se sta sulla scena, ma anche se decide di starne lontano per qualche mese. E così Matteo Renzi diventa bersaglio di polemiche nel nuovo ruolo di conferenziere all'estero, in parallelo a quello di senatore. Le frecciate arrivano non solo dagli avversari politici ma anche da Roberto Saviano, che lo paragona a Matteo Salvini per le assenze da europarlamentare.

Renzi si difende in nome della capacità di multitasking, rivendica il 100% di presenze ai primi 16 voti della legislatura e annuncia che domani interverrà in Aula al Senato sul «no» alla fiducia al governo Conte. «Starò fuori dal giro per qualche mese», ha detto l'ex premier, parlando degli inviti a convegni in Cina e citando la trasferta americana per i 50 anni dalla morte di Bob Kennedy (dove terrà un discorso) e l'invito in Sudafrica per i 100 anni della nascita di Mandela.

Ma il leghista Roberto Calderoli attacca: «Finalmente ha deciso di andare a fare danni altrove, possiamo immaginare il sollievo nel Pd. Attendiamo immediate dimissioni dal Senato, è inaccettabile che faccia il turista con lo stipendio pagato dai contribuenti», aggiunge, invitando Renzi a prendere esempio dal M5s Alessandro Di Battista.
 All'attacco di Calderoli, replicano i senatori renziani del Pd. E dallo staff di Renzi precisano che l'intenzione è stare lontano dalle scene per «svolgere al meglio» il ruolo di «senatore di Firenze». «Io faccio il senatore - taglia corto da Pechino Renzi - e faccio altre cose come tutti, compatibilmente con i tempi del Senato».

L'ex segretario Pd parlerà dunque - suscitando qualche malumore nella minoranza Dem - in Aula a Palazzo Madama, per la prima volta da parlamentare, per dire «no» al governo Conte. Metterà in risalto, spiega chi lo ha sentito, le prime contraddizioni del governo M5s-Lega (ritwitta gli attacchi dei Dem e di Maria Elena Boschi sulla flat tax) e la campagna elettorale permanente di Di Maio e Salvini. Mercoledì sarà la volta del «no» alla fiducia dei deputati Pd, tra cui molti ex ministri.

Paolo Gentiloni non dovrebbe prendere la parola in Aula: i suoi primi interventi da ex premier li farà negli appuntamenti di campagna elettorale per le comunali che ha in programma da mercoledì sera.
Ma il Pd non ha ancora trovato una voce unica, da opposizione. Carlo Calenda, che dal Parlamento è fuori, continua a lavorare al Fronte repubblicano. Nicola Zingaretti prova a sfidare il nuovo governo a lavorare sui temi e dunque definisce «positivo» l'incontro di Di Maio con i riders. Il reggente Dem Maurizio Martina convoca intanto un seminario di studio al Nazareno su «Populismo, nuove destre e risposta democratica»: si cercano spunti per «riprogettare» il Pd «alla luce della nuova fase». L'orizzonte è il congresso in autunno. Ma tra i Dem spunta l'idea del rinvio: far slittare l'assemblea nazionale da luglio a settembre e fare il congresso a inizio 2019.
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