In una manciata di ore è infatti andata maturando la consapevolezza che un passo indietro del Guardasigilli avrebbe fatto crollare la tenuta di un governo già in bilico. È alle 16.40, venti minuti prima di salire al Quirinale, che il ministro ha dato il via libera alla lettera-comunicato di chiarimento.
Una pagina e mezzo, che porta in calce la sua firma, per dire: 1) «Non ho mai nascosto la mia lunghissima amicizia con Antonino Ligresti. L’ho riferito al pm di Torino che mi ha sentito e l’ho detto in Parlamento lo scorso 5 novembre». 2) Anche della telefonata del 21 agosto, quella che alcuni ritengono sia stata taciuta ai magistrati, «ho riferito puntualmente alla procura»; anzi, «sono stata io a riferirne il contenuto e a spiegarne il senso». 3) «Antonino Ligresti, oltre che amico, è un medico, mi sono rivolta spesso a lui per avere consigli di salute miei e dei miei famigliari».
Nulla di strano, dunque, che dai tabulati siano emerse sei contatti telefonici tra il fratello dell’ex patron della Fonsai e il marito della Cancellieri. In sintesi: «Rifiuto qualunque sospetto sulla correttezza del mio operato e sul rispetto delle regole come cittadina e come Ministro». Passano circa quaranta minuti e, a seguire, palazzo Chigi diffonde la nota di rinnovato appoggio e di fiducia.
Il Quirinale. La ”blindatura” finale arriva al termine dell’incontro con Napolitano, che ha auspicato l’ «ulteriore pieno sviluppo dell'azione di governo avviata dal Ministro della Giustizia» per quanto riguarda l’emergenza carceri. Un nuovo pacchetto di misure, d’altronde, è già pronto. Ma a portarlo sul tavolo del Consiglio dei ministri può e deve essere un Guardasigilli con pieni poteri.
Resta da vedere se da qui a mercoledì il Pd si dividerà ulteriormente oppure si lascerà convincere dalle argomentazioni della Cancellieri. «Non lo so, attendiamo gli eventi. Il partito fa le sue scelte, e sceglie anche in quale Paese vuole vivere», dice lei, rinfrancata dal colloquio con Napolitano. Ma in quattro giorni tutto può ancora cambiare: sul caso Cancellieri-Ligresti il Pd rischia il cortocircuito congressuale.
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