Legge di stabilità, bufera sul governo
per l'emendamento su stadi e centri commerciali

Il ministro Saccomanni (Foto LaPresse)
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Giovedì 21 Novembre 2013, 21:39
ROMA - una vera e propria bufera quella scatenata dall'emendamento del governo alla legge di stabilit per la realizzazione di stadi con centri commerciali e residenziali più o meno attigui. Il Pd, insieme a Sel, Verdi, M5S e anche ad esponenti della Lega, è insorto contro il rischio di speculazione edilizia, costringendo l'esecutivo ad un dietrofront, almeno parziale.



Sulla norma, ancora non depositata in Commissione Bilancio del Senato, «è in corso una riflessione molto seria», ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, lasciando intendere che, dopo la levata di scudi capitanata dal primo a denunciare la speculazione, il deputato democratico Roberto Morassut, la norma non può evidentemente rimanere così com'è. Indicazione arrivata anche dal viceministro all'Economia, Stefano Fassina, secondo il quale l'emendamento potrebbe addirittura saltare e non essere affatto presentato. In realtà, il governo starebbe cercando una mediazione, eliminando la possibilità di costruire insediamenti «anche non contigui agli impianti sportivi».



Rimarrebbe invece la volontà di stringere i tempi delle autorizzazioni, specifica voluta anche come antidoto anticorruzione. L'importante, secondo il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, è comunque che le nuove misure siano «coordinate» con la legge sul consumo del suolo di giugno scorso. In Senato intanto i lavori proseguono a rilento. In Commissione è stato di fatto approvato ad oggi un unico emendamento, dettato dall'emergenza, quello per i fondi alla Sardegna (103 milioni di euro a cui si aggiungono quelli Anas per strada e ponti). I senatori devono invece ancora stringere sugli emendamenti all'articolo 3, ovvero quelli a favore dello sviluppo, che vedrebbero impegnata la Cdp e che creerebbero un fondo di garanzia per i mutui alle famiglie e alle giovani coppie. Pieno impegno è stato assicurato dal governo infine anche per i fondi alla non autosufficienza e per i malati di Sla.



Per il resto, i grandi nodi restano ancora tutti da sciogliere. Sia per quanto riguarda la revisione delle norme sul cuneo fiscale che quelle sulla casa. L'obiettivo del governo, ha spiegato Legnini, sarebbe quello di arrivare all'appuntamento di domani mattina con la conferenza dei capigruppo convocata per ricalendarizzare i lavori dell'Aula con tutti i testi degli emendamenti pronti (con l'eccezione della service tax, per la cui riformulazione si cercano ancora le risorse), ma il clima in Senato sembra quasi di stasi. È infatti ormai scontato che l'approdo in Aula debba slittare minimo a lunedì, con uno sprint finale della Commissione nel fine settimana, per arrivare all'approvazione prima del voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, prevista per il 27 novembre.



Un rinvio della stabilità comporterebbe infatti anche un rinvio di mercoledì. In un clima politico «complicato e teso» come quello attuale, lo slittamento è comunque, secondo il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, «logico», come è logico che non solo il Parlamento ma anche le forze sociali siano particolarmente attente a quello che nella legge verrà inserito. Non a caso, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, si è fatto oggi portavoce dell' «inquietudine» del «nervosismo» della base imprenditoriale, annunciando a Enrico Letta una lettera per indicare le priorità degli industriali.
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