Di Maio: «Vogliamo governare. No all'uscita dall'Ue, referendum solo per trattare sul fiscal compact»

Di Maio: «Vogliamo governare. No all'uscita dall'Ue, referendum solo per trattare sul fiscal compact»
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Domenica 3 Settembre 2017, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 09:10

«Vogliamo governare questo paese. In questi anni è stato detto molto sul M5S, ma alcune posizioni sono state anche strumentalizzate ed esasperate. Non vogliamo un'Italia populista, estremista o anti europeista, il nostro obiettivo è creare e non distruggere»: così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha iniziato il suo intervento al forum Ambrosetti di Cernobbio su lago di Como. L'esponente grillino ha partecipato a un panel insieme al leader della Lega Matteo Salvini e al governatore azzurro della Liguria Giovanni Toti.

 



«Vogliamo un Paese - ha aggiunto Di Maio alla suo prima partecipazione al seminario davanti a imprenditori, banchieri e manager - in cui creare un'impresa deve essere semplice come creare un sito internet. Un Paese che deve avere una visione di medio e lungo termine e per farlo deve servirsi delle migliori energie e intelligenze di questo Paese».

Alla base di questo, c'è «un concetto alto di politica. Io credo molto nel primato della politica, nella sua capacità di
poter essere al servizio dei cittadini, di poter dialogare con i portatori di interesse, con gli operatori del settore. È
arrivato il momento dir regolamentare il rapporto tra i portatori di interesse e la politica, ispirando questo rapporto alla trasparenza e alla partecipazione».

«Il populismo? Lo abbiamo sempre rinnegato perché siamo una forza politica che in questi anni si è sempre distinta per le proposte e per i temi. Oggi sono venuto qui a parlare di proposte e non a fare polemiche ne altro», sottolinrato poi Di Maio rispondendo ai giornalisti a margine del forum.

Il Movimento 5 stelle non vuole uscire dall'Unione europea e considera il referendum sull'uscita dell'euro una «estrema ratio» per avere più potere nel contrattare alcuni trattati come il fiscal compact. «Sulla politica monetaria - ha detto Luigi Di Maio a Cernobbio - noi abbiamo avuto il merito di scatenare il dibattito e a questo è servito il tema che abbiamo posto del referendum sull'euro come peso contrattuale, come estrema ratio e via di uscita nel caso in cui i paesi del Mediterraneo non dovessero essere ascoltati, ma noi non siamo contro l'Ue».

«Io porto oggi a questo tavolo la nostra idea di Paese, l'idea di governo del M5S: un'idea di governo fondata sulla innovazione tecnologica», ha insistito il vicepresidente della Camera. «Noi vogliamo una Italia smart nation, che investa nelle nuove tecnologie sia nel pubblico sia nel privato. Quindi che cominci a creare lavoro e valore in questo settore» ha aggiunto. 

«Quando parlo di una smart nation che investe nelle nuove tecnologie - ha proseguito il vicepresidente della Camera - guardo ai paesi del nord Europa che questi investimenti li fanno da decenni e sono molto più forti
di noi nell'economia e nello sviluppo economico».

«Mi fa piacere che anche Gentiloni sia stato cauto» parlando ieri a Cernobbio dei dati sull'occupazione «perché oggi gli unici dati sull'occupazione che salgono sono quelli legati agli over 50 e tra questi ci sono molte vittime della riforma Fornero che sono obbligati a lavorare togliendo spazio ai giovani», ha poi affermato Di Maio.

«Sono molto scettico sulla possibilità di fare una nuova legge elettorale», ha sostenuto ancora il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. L'esponente pentastellato ha aggiunto che se i 5 stelle dovessero «arrivare primi alle prossime elezioni chiederemo il mandato al Presidente della Repubblica e chiederemo a tutte le forze politiche di darci fiducia per realizzare questa idea del Paese».

«Non penso che tagliando tutti gli sprechi risolviamo i problemi del Paese», ha rilevato ancora Di Maio, parlando al forum Ambrosetti della visione e degli obiettivi del Movimento 5 Stelle. «È stato detto in questi anni che siamo contro le imprese e il giusto profitto, nulla di più sbagliato. Vogliamo tutelare in questo paese chi crea valore e per farlo - ha sottolineato - dobbiamo prima di tutto fare la guerra agli sprechi della spesa pubblica e ai privilegi perché sono quelle alcune delle cause che hanno distrutto la competitività delle nostre imprese e non hanno liberato risorse per gli investimenti. In questi anni si sono preferiti tagli lineari a tagli selettivi e meritocratici e la qualità della spesa pubblica è anche peggiorata». Però «non penso - ha precisato - che tagliando tutti gli sprechi risolviamo i problemi del paese. C'è bisogno di più, dobbiamo liberare più risorse per fare più investimenti. Dobbiamo ricontrattare alcuni trattati in sede europea, uno su tutti il fiscal compact che sta soffocando la nostra economia. Le politiche di austerity non hanno funzionato».

 

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