PASSAGGI DI SCHIERAMENTO
Parecchi i casi noti alle cronache di quel periodo. Furono tre, ad esempio, i voti mancati a Fini il 14 dicembre 2010, quando non passò la sfiducia a Berlusconi. E in almeno due casi, quel ”no” portò fortuna: a Maria Grazia Siliquini venne promessa una poltrona nel cda delle Poste (poi non ottenuta) mentre Catia Polidori divenne prima sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico e quindi viceministro. Provvidenziale anche la votazione del 5 aprile 2011, con cui la Camera sollevò un conflitto di attribuzioni sul caso Ruby: decisivi furono i voti dei Lib-dem Daniela Melchiorre e Danilo Tanoni, oltre che dell’ex Mpa Aurelio Misiti. Quest’ultimo, ricandidato nelle liste di Grande Sud Mpa (finanziate, a bilancio, dal Pdl) è recentemente rientrato in Forza Italia. E stando ai conti ufficiali, i Lib-dem ebbero dal Pdl 700mila euro nel 2012. Melchiorre, prima che il governo Berlusconi crollasse, tornò per venti giorni sottosegretario alla Giustizia e Tanoni oggi è Garante dei detenuti nelle Marche. Anche i parlamentari che impedirono, a febbraio 2011, che Berlusconi fosse perquisito in relazione al caso Ruby avrebbero ottenuto qualcosa: l’ex Fli Roberto Rosso pochi mesi dopo divenne vicepresidente della Regione Piemonte, Giulia Cosenza tornò con il Pdl e Luca Barbareschi con quella astensione segnò l’addio a Fini. Proprio l’ex presidente della Camera è stato ascoltato dai pm lo scorso 1 febbraio. E a verbale ha dichiarato che dal 2008 in avanti a gestire i fondi per tutti era solo il Pdl: «Sicuramente per le elezioni del 2008 An non ha percepito rimborsi. L’onorevole Crimi era il tesoriere del Pdl».
© RIPRODUZIONE RISERVATA