La città di Debaltseve è stata in questi giorni al centro di una feroce battaglia, ampiamente raccontata sui social media sia dagli uomini dell’esercito ucraino sia dai combattenti filo-russi. Video e immagini di esplosioni e combattimento hanno letteralmente invaso, in una narrazione discontinua, i social media mostrando l’altra faccia del proclamato cessate-il-fuoco.
Ma quando sulla pagina VKontakte di una milizia ultranazionalista ucraina è comparsa la foto di un carroarmato e di un gruppo di soldati ucraini disperati e bisognosi di aiuto, l’utilizzo dei social nelle conflittualità contemporanee ha compiuto un ulteriore passo in avanti. Il “save our souls” dell’alfabeto morse si è trasformato in un appello social da condividere in un post.
Nel messaggio a commento della foto, un po’ sfocata, si legge: “I ragazzi hanno chiesto aiuto 10 ore fa! Ripostate questa immagine e aiutateci! Vladimir Shmatko (capo della regione ucraina del Chortkiv n.d.a), amici, per favore fate arrivare questo messaggio al Presidente dell’Ucraina. La maggior parte della nostra 128° brigata è circondata dai russi a Debaltserve… Non possiamo uscire! Aiutateci!”.
Un appello che in poche ore ha fatto il giro del web tra post, condivisioni, tweet e re-tweet. Ma dei ragazzi circondati a Debaltseve in un mix tra un assedio di altri tempi e la modernità delle nuove tecnologie ancora non si conosce la sorte.