Siria, il regime annuncia attacco finale ad Aleppo. Unicef: «130 mila bimbi in trappola»

Siria, il regime annuncia attacco finale ad Aleppo. Unicef: «130 mila bimbi in trappola»
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Giovedì 4 Agosto 2016, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 16:45

Le forze governative siriane intendono penetrare nella parte assediata di Aleppo fuori dal controllo del regime e «farla finita con i terroristi». Ma Mosca, alleata di ferro di Damasco, frena e afferma che ad Aleppo est non si prevedono offensive di terra o nuovi raid aerei russi. Questo mentre l'Unicef afferma di essere «estremamente» preoccupata per la sorte di circa 130mila bambini rimasti nella parte sotto assedio dai governativi. E l'autorevole Ong Usa Physicians for Human Rights che denuncia: nell'ultima settimana, il regime siriano «ha bombardato indiscriminatamente sei ospedali ad Aleppo e nei suoi dintorni. Si tratta del bilancio più drammatico dall'inizio del conflitto nel 2011».

Tutti e sei gli ospedali, compresa una clinica pediatrica gestita da Save the Children, sono stati colpiti tra il 23 e il 31 luglio. Dal 2011, l'Ong conta in Siria 373 attacchi contro 265 strutture mediche. Sul terreno, sono proseguiti anche oggi intensi gli scontri tra i lealisti - governativi, Hezbollah libanesi e Pasdaran iraniani, sostenuti dai jet russi - e oppositori armati, appoggiati a vari gradi da sauditi e altri Paesi del Golfo. La battaglia è da lunedì concentrata nel lato sud-occidentale dell'anello governativo chiuso attorno ad Aleppo-est. Ma da 48 ore gli insorti («i terroristi» per il regime) non riescono a sfondare. Un noto predicatore saudita, Abdullah Mahaysini, che da anni è presente tra gli insorti nella regione tra Idlib e Aleppo, ha oggi arringato i miliziani, affermando che «non è vero che l'attacco su Aleppo è fallito vi sbagliate - ha scritto sul suo profilo Twitter rivolgendosi anche ai lealisti - perché l'attacco su Aleppo non è ancora iniziato. Aspettatevi un attacco su un asse che nemmeno potete immaginarvi».

La guerra di propaganda continua da ambo le parti: l'ambasciatore siriano a Mosca, Riad Haddad, aveva detto stamani che «l'esercito e le forze alleate hanno circondato la città di Aleppo e intendono farla finita con i terroristi che si trovano lì». Poco dopo era però arrivata la precisazione delle autorità russe: «Ad Aleppo non si prevedono né un'offensiva delle forze armate siriane né raid aerei dell'aviazione russa». Il vice ministro degli Esteri russo, Serghiei Riabkov, riproponeva la versione di Mosca: «Non abbiamo altri obiettivi se non quelli di alleviare la crisi umanitaria per gli abitanti di Aleppo e creare le condizioni per ampliare il regime di cessate il fuoco». Secondo l'Onu, nella parte assediata da russi e governativi rimangono circa 300mila persone con scorte di cibo e medicinali per poco meno di un mese. E come ricorda l'Unicef oggi, di questi 300mila più di un terzo sono bambini. Sempre secondo Unicef, nella parte occidentale sotto controllo governativo ci sono circa 25mila sfollati, provenienti dalle zone bombardate, che si hanno trovato rifugio in moschee, università, campus e giardini pubblici. In quest'area, secondo i media russi e governativi siriani, si registrano diversi casi di civili uccisi e feriti da colpi di artiglieria sparati da insorti della parte orientale.

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