Palmira, 5 anni per ricostruirla. Il direttore delle antichità: «In condizioni migliori di quanto temessimo»

Palmira, 5 anni per ricostruirla. Il direttore delle antichità: «In condizioni migliori di quanto temessimo»
di Federica Macagnone
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Lunedì 28 Marzo 2016, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 16:10

Cinque anni per riportare Palmira al suo antico splendore dopo l'occupazione dei jihadisti dell'Isis. A parlare è il direttore delle antichità siriane, Maamoun Abdulkarim, che ha valutato la città di 4.000 anni in condizioni migliori di quanto avesse temuto. «Se abbiamo l'approvazione dell'Unesco, avremo bisogno di cinque anni per ripristinare le strutture danneggiate o distrutte dallo Stato islamico. Abbiamo il personale qualificato e la conoscenza - ha detto Maamoun Abdulkarim all'AFP - Ci aspettavamo il peggio ma nell’insieme il complesso è in buono stato. Avremmo potuto perdere completamente Palmira e invece l'ottanta per cento delle rovine è in buono stato. I miei colleghi esperti arriveranno lì in giornata. Ho chiesto loro di valutare le rovine e la città vecchia. Stanno fotografando i danni e stanno documentando tutto. Dopo di ciò i lavori di ripristino possono iniziare». Dopo aver discusso con le Nazioni Unite, Abdulkarim potrà, dunque, pensare alla ricostruzione della parte occidentale della cittadella, quella che ha subito più danni, tra cui «i templi di Bel e Baal Shamin».
Danni enormi sono stati riscontrati, invece, al museo di Palmira: gli esperti di antichità siriani si sono detti profondamente scioccati dalla distruzione di innumerevoli reliquie e statue demolite che non sono state risparmiate dalla iconoclasta dei jihadisti sunniti.

La presa dei jihadisti e la liberazione. Gli uomini del Califfato hanno conquistato Palmira a maggio dello scorso anno: dopo aver ucciso decine di soldati delle truppe siriane e Khaled al-Asaad, archeologo 82enne curatore della città, hanno distrutto con esplosioni di tritolo il tempio di Bel, quello di Baal Shamin, le torri funerarie romane e l’arco di Trionfo. Sono sopravvissute quasi intatte alla distruzione l’Agorà, il teatro romano, le mura delle città. Secondo Abdulkarim «il Leone di Al-Lat, risalente al I secolo a.C. potrà essere restaurato: i pezzi della statua di 15 tonnellate di pietra calcarea distrutta lo scorso luglio dall’Isis sono stati ritrovati».
La riconquista di Palmira è avvenuta grazie alle forze governative siriane, con il sostegno dei raid aerei russi, che hanno riconquistato “la sposa del Deserto” con le sue spettacolari rovine di epoca romana catalogate “Patrimonio dell'Umanità” dall'Unesco, uccidendo centinaia di miliziani dell'Isis. «Ora è stata totalmente ripulita dai terroristi, dopo che l'esercito ha preso il pieno controllo di tutte le sue parti, compreso il sito archeologico e l'aeroporto», ha annunciato domenica l'agenzia ufficiale siriana Sana. E prontamente il presidente siriano Bashar al Assad ha cantato vittoria: l'operazione, iniziata il 7 marzo, dimostra il successo della strategia perseguita dall'esercito siriano e dai suoi alleati nella guerra al terrorismo, ha detto, citato sempre dalla Sana. E l'efficacia della strategia siriana, ha aggiunto, è ulteriormente sottolineata dal fatto che è opposta alla coalizione a guida Usa che coinvolge oltre 60 Paesi e alla sua mancanza di serietà nel combattere il terrorismo e ai davvero piccoli risultati che ha ottenuto sin da quando è stata formata un anno e mezzo fa.
Sabato sera, Mosca aveva fatto sapere che nelle 24 ore precedenti l'aeronautica russa aveva effettuato 40 raid, uccidendo oltre 100 guerriglieri dell'Isis. In tutto sono stati colpiti 158 obiettivi dei terroristi. Dal canto suo il generale Ali Mayhoub dell'esercito siriano ha detto alla tv di Stato che, riconquistando Palmira, le forze siriane hanno «inferto un colpo fatale all'Isis, minando il morale dei suoi mercenari» e spianando la strada per l'avanzata verso Raqqa, “capitale” dello Stato islamico.

La Russia. Oggi il presidente russo, Vladimir Putin, e quello iraniano, Hassan Rohani, hanno discusso dell'operazione di successo dell'esercito siriano che è riuscito a riconquistare Palmira. Lo ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino, come riporta l'agenzia russa “Tass”, precisando che «i due presidenti hanno discusso in dettaglio i problemi legati alla Siria dopo le azioni di successo dell'esercito siriano che, con il sostegno del gruppo aereo russo, hanno condotto gli estremisti dello Stato islamico fuori dall'antica città di Palmira». Per Putin e Rohani, si legge ancora, si tratta di una «pietra miliare». I due presidenti hanno inoltre parlato dell'agenda bilaterale e «convenuto di ravvivare i contatti a vari livelli». Ieri, dopo la riconquista di Palmira, Putin si era congratulato con Bashar Assad: lo aveva reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, riferendo di un colloquio telefonico tra i due presidenti durante il quale «Assad ha ringraziato per il sostegno fornito dalle forze aeree russe ed ha sottolineato come il successo sarebbe stato impossibile senza l'aiuto della Russia». Da parte sua il presidente russo, ha aggiunto Peskov, «ha sottolineato l'importanza di salvaguardare questa città storica che ha un valore unico per la cultura mondiale». A questo proposito, Putin ha telefonato alla direttrice dell'Unesco, Irina Bokova, per informarla che «rappresentanti del contingente russo parteciperanno allo sminamento della città antica insieme ai militari siriani», ha detto ancora il portavoce. Inoltre è stato sottolineato che «Unesco, Russia e Siria potranno prossimamente prendere tutte le misure necessarie per fare una stima dei danni inflitti a Palmira dai terroristi ed elaborare un piano di ricostruzione di quello che potrà essere ricostruito».

Le mine. E a proposito di mine, i reparti del genio delle forze governative, informa la Sana, sono adesso impegnate a rastrellare la città i suoi dintorni e anche le rovine romane per trovare e disinnescare centinaia di bombe e di ordigni nascosti dai miliziani dell'Isis in ritirata.

Fonti dell'esercito di Assad specificano che gli ordigni sono stati piazzati sia nelle zone residenziali che all'interno dell'area archeologica patrimonio dell'Unesco.

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