Pakistan, fugge da un matrimonio combinato per risposarsi: 28enne uccisa dal padre e dall'ex marito

Pakistan, fugge da un matrimonio combinato per risposarsi: 28enne uccisa dal padre e dall'ex marito
di Federica Macagnone
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Domenica 14 Agosto 2016, 16:02 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 19:30

Aveva dovuto sottostare alla volontà della sua famiglia sposando un cugino, un uomo che non sarebbe mai riuscita ad amare. Una vita insopportabile per Samia Shadid, 28 anni, che nel 2014 ha deciso di sfidare il volere dei genitori lasciando il marito per iniziare una nuova vita lontana dal Pakistan. Un affronto che la famiglia non ha mai dimenticato, un disonore insopportabile che meritava, secondo loro, un'adeguata vendetta: Samia è stata uccisa dal padre, Muhammad Shahid, e dall'ex marito Muhammad Shakeel, indignati dal comportamento della ragazza che aveva sposato un altro uomo ed era diventata sciita. Adesso i due sono stati arrestati: rimarranno in custodia fino alla decisione del giudice che deciderà se perseguirli per omicidio.

 
Il calvario di Samia era iniziato qualche anno fa, quando la sua famiglia le aveva imposto un matrimonio combinato con Shakeel, suo cugino. All'epoca non pensava di avere via d'uscita ed era finita a vivere con un uomo che non amava. Poi nel 2014 la svolta: la ragazza ha lasciato il marito ed è stata ripudiata dalla famiglia. Per lei fu una liberazione: si trasferì a Bradford, nel Regno Unito e due anni fa sposò l'amore della sua vita, Mukhtar Kazam: da qualche tempo i due, entrambi con cittadinanza britannica-pachistana, vivevano a Dubai e lo scorso mese Samia aveva deciso di andare a trovare i genitori a Islamabad per appianare le tensioni. Quello è stato il suo ultimo viaggio: è stata uccisa dall'ex marito e dal padre in quello che le forze dell'ordine hanno definito un “delitto d'onore”. Dal referto dell'autopsia è emerso che la ragazza aveva la gola tagliata ed era stata strangolata.

«Muhammad Shakeel e Muhammad Shahid sono stati arrestati – ha detto Aqeel Abbas della polizia – Rimarranno in custodia a Jhelum, a 78 miglia a est della capitale Islamabad». Entrambi gli uomini, tuttavia, hanno negato le accuse e continuano a sostenere che la ragazza è morta per cause naturali.
Ma la triste storia di Samia non è un caso isolato in Pakistan, dove ogni anno circa 500 donne vengono uccise dalle loro famiglie per essersi rifiutate di sottostare al loro volere.

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